Sarà un probabile processo ad accertare le responsabilità dell’asso argentino Ezequiel Lavezzi e dell’imprenditore napoletano Marco Iorio. Inesorabile, quasi scontata, la decisione della Procura di chiedere il rinvio a giudizio per il «pocho», ritenuto responsabile di lesioni, al termine di una lite per viabilità con un gruppo di giovani. Più gravi le accuse ipotizzate a carico dell’imprenditore, per il quale è stato chiesto il rinvio a giudizio per lesioni, ma anche per calunnia. Indagine condotta dal pm Giuseppe Cimmarotta, in relazione a una sorta di duello ingaggiato il 15 dicembre di due anni fa a Posillipo. Via Nevio, in tarda nottata, la storia è nota: i ragazzi denunciano di essere stati malmenati, mentre Iorio, il giorno dopo la lite, denuncia a sua volta di essere stato aggredito. Al termine della sua istruttoria, il pm ha chiesto l’archiviazione per il gruppo di ragazzi, ma la storia potrebbe non finire qui. C’è opposizione da parte dei legali di Iorio, e questa mattina sarà fissata una udienza camerale per ragionare sulla richiesta di archiviazione e sulla richiesta di opposizione dei legali di parte.
Epilogo amaro di una vicenda che poteva concludersi con una stretta di mano e qualche foto ricordo. Ma proviamo a ricostruire un episodio destinato ad attirare l’attenzione dei media, proprio per lo spessore dei due imputati. Sin dalle prime battute, dal pm è stato ascoltato un ragazzo di ventuno anni che sostiene di essere stato aggredito in due riprese da Lavezzi, al termine di una lite degenerata in pochi minuti. Ma non è tutto. Agli atti anche la versione dei sei testimoni indicati dalla sedicente parte offesa. Tutti ragazzi, tutti più o meno concordi su un punto: i testi avrebbero confermato più o meno la stessa ricostruzione. Due e mezzo del mattino – tra il 14 e il 15 dicembre del 2010 – poche ore prima della partita casalinga del Napoli contro lo Steaua (Lavezzi non era stato convocato per un infortunio).
Via Nevio, Posillipo, c’è la denuncia presentata dal penalista Giorgio Balsamo, che assiste il napoletano ventunenne: un tamponamento tra la Mercedes in cui viaggia Lavezzi e un’auto in cui ci sono ragazzi napoletani, poi raggiunta da un’altra auto. Uno dei ragazzi chiede i dati dell’assicurazione all’uomo che accompagna Lavezzi e scoppia una lite furibonda. Secondo la denuncia, a sferrare calci e pugni per primo proprio un uomo che viaggiava nella Mercedes, poi in seconda battuta sarebbe sopraggiunto l’argentino: «Era fuori di sé», hanno spiegato al pm i sette potenziali testimoni. E a nulla sarebbe servito appellarsi al tifo per il proprio idolo, dal momento che il calciatore sembrava in preda a una rabbia inspiegabile, ingiustificata, gratuita.
Cosa succede ora? Ci sarà una data e il nome di un giudice per le udienze preliminari, per convocare in aula da imputati Lavezzi e Iorio. Una data, un giudice, una udienza a porte chiuse. Poi la valutazione sulla opportunità di disporre un processo – salvo richieste di abbreviato – e portare in aula uno spaccato di vita notturna napoletana, tra giovani e giovanissimi che si ritrovano a litigare con l’idolo di sempre, che si ritrovano ad ingaggiare una lite con «quello che sembrava una furia».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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