Può sembrare una contraddizione davanti ad una legge che limita la libertà d’informazione, firmata da un Premier che invita i lettori a scioperare contro i quotidiani. In realtà è un gesto di responsabilità dei giornalisti italiani per denunciare il governo e richiamare l’attenzione di tutti i cittadini sulla gravità di una norma che colpisce insieme la tutela della legalità, il contrasto al crimine e la libera e trasparente circolazione delle notizie. Noi quotidianamente ci occupiamo principalmente di calcio, che non è una materia a sè, ma che ha forti relazioni con la gestione della cosa pubblica. Con questa legge, che punisce con sanzioni salate gli editori ed i giornalisti (anche il carcere per diffamazione per questi ultimi) che pubblicano delle intercettazioni riguardanti un processo prima che esso sia terminato. Con questa legge non avremmo saputo niente di Calciopoli, cioè del peggiore scandalo del calcio italiano. Saremmo stati all’oscuro dal sistema di favori, amicizie e giochi di potere che regnava sul “mondo del pallone”. Questo provvedimento, usando il mito della privacy, come ha affermato Roberto Saviano, vuole tutelare la “privacy dei malaffari”. ostacolando i magistrati nelle indagini ed i giornalisti nel fare informazione, impedendo poi all’opinione pubblica di conoscere e quindi di controllare, attaccando così fortemente la democrazia. Non si tratta di uno sciopero corporativo, ma di una protesta a tutela dei cittadini, cui la legge nega il diritto di essere liberamente informati, cioè di conoscere e di sapere, e dunque di rendersi consapevoli e di giudicare a ragion veduta. A questo diritto fondamentale, corrisponde il dovere dei giornali di dare tutte le notizie utili ai lettori, con un autonomo e libero lavoro di ricerca, selezione e gerarchia delle informazioni, che viene giudicato ogni giorno dal mercato. Iamnaples aderisce allo sciopero, ma la responsabilità di informare i nostri lettori ci impone di continuare a fare il nostro lavoro, anche se in forma ridotta.
LA REDAZIONE
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