Un pareggio contro i campioni del mondo, dopo tre sconfitte di fila, dovrebbe far sorridere tutto il Clan Italia ma Cesare Prandelli, il ct degli azzurri, non è soddisfatto al cento per cento. O, forse, fa solo finta di non esserlo. Di certo, dopo la rete di Di Natale sperava di portare a casa la vittoria, invece dopo appena una manciata di secondi è arrivato il gol di Fabregas.
«Il mio rimpianto è che abbiamo fatto correre poco la Spagna dopo la nostra rete. Il loro gol è arrivato troppo presto, mentre io avrei preferito vederli soffrire un po’ di più…», dice Prandelli.
Un perfezionista, forse. La squadra, comunque, stavolta gli è piaciuta, nonostante la rete di Fabregas. «Ho rivisto l’Italia che conoscevo, quella che piace a me. Abbiamo dimostrato di avere qualità, soprattutto. L’Italia ha accettato a viso aperto lo scontro con la Spagna sul piano del gioco e ha dato le risposte che cercavo. All’inizio, la mossa di del Bosque di presentarsi senza punte un po’ ci ha messo in difficoltà poi, parlando con i giocatori, ho deciso di confermare la difesa a tre», spiega.
A proposito: De Rossi? «È andato abbastanza bene, anche se dobbiamo tutti ricordarci che è un centrocampista. Ecco perché io avrei voluto che in alcune occasioni facesse più il centrocampista in mezzo ai due centrali che il difensore puro».
Una specie di rimprovero per il romanista? Chissà. De Rossi, venuto a conoscenza delle parole del ct, è apparso piuttosto sorpreso. «Prandelli dalla panchina avrà visto la partita sicuramente meglio di me. Nei prossimi giorni parlerò con lui della mia prestazione, correggeremo insieme i difetti per migliorare. Anch’io ho commesso degli errori, certo, ma nel complesso sono soddisfatto. Un futuro in questo ruolo anche nella Roma? Non penso: il nuovo allenatore ha già detto che non mi vede in quella posizione, quindi… Del resto, il dovere di un professionista è mettersi sempre a disposizione del tecnico, e le cose non cambiano sia se giochi in nazionale sia se sei ancora con i pulcini».
Di nuovo Prandelli, adesso. Prima due parole sul presidente Napolitano («La sua visita negli spogliatoi ci ha fatto piacere. Era contento, anche se ha detto che nel finale aveva sofferto un po’ troppo…») poi su un argomento scottante: Balotelli. «Tengo subito a precisare che non l’ho sostituito per quell’errore davanti a Casillas. In certe circostanze, quando cioè ha due opzioni, un attaccante deve sapere subito cosa fare, e in quel caso Mario doveva passare la palla a Cassano. Io spero che lui dimentichi l’errore e conservi il ricordo di come aveva tolto la palla a Sergio Ramos».
Nessun rimprovero e nessuna punizione, per il Bad Boy del Manchester City.
A seguire Prandelli, fine psicologo, riempie di elogi l’esordiente Giaccherini, uno dei meno bravi contro la Spagna. «É stato il migliore», la sostanza del discorso del ct.
Che, mettendosi sulla scia di tutti gli allenatori esperti (e furbi), riprende il più bravo (De Rossi) e si coccola quello più in difficoltà (Giaccherini). Si fa anche questo, per il bene dell’Italia.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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