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L’ira di Aurelio De Laurentiis contro l’Uefa: ”40 milioni? Macchè, io ne voglio 200”

«Io posso indicare la strada, ma è difficile mettersi al tavolo. Alla Fifa dico: paghi per ogni gara dei nazionali»

NAPOLI – Innovatore, lungimirante, progressista. Aurelio De Laurentiis è un vulcano ricco di idee. E tutte finalizzate a migliorare l’impresa che lo vede a capo. Che sia calcio o cinema, fa poca differenza. Se ne sono accorti un pò ovunque. Gli ultimi in ordine di tempo sono stati i francesi del prestigioso quotidiano sportivo francese L’Equipe. Sono partiti da lontano. Gli hanno chiesto di raccontare il fenomeno-Napoli e lui: «Non sapevo neanche cosa fosse un modulo di gioco, me li sono fatti spiegare e ho cominciato a distinguere un 4-4-2 da un 4-3-3. Poi piano piano, dalla serie C1 siamo arrivati alla Champions League in appena nove anni tenendo i bilanci sempre in ordine, vincendo anche qualche trofeo importante e mantenendoci negli ultimi anni sempre nelle zone alte della classifica».

SIAMO TROPPI – Inevitabile non entrare in argomenti che riguardino il calcio europeo. «Ormai nei campionati a venti squadra si è in troppi. I nostri tesserati sono esposti a giocare troppe partite, alle quali si sommano gli appuntamenti internazionali. E poi la serie C1 e la serie C3 che non servono a nulla se non a spendere soldi e sprecare energie. E ancora le Coppe nazionali, allora avrei voglia di ridurre il campionato a sedici squadre e organizzare una grande Coppa d’Europa che riunisca i cinque più grandi club dei cinque migliori campionati europei e ne verrebbe fuori un prodotto sicuramente più spettacolare e appetitoso».
Questa è solo una delle tante innovazioni che il patron apporterebbe nel calcio europeo. E, per la verità, ne sta parlando già da un po’. Una sorta di rivoluzione nel mondo del pallone. «Una settimana sarebbe dedicata al campionato nazionale e l’altra a quello europeo con squadre quali il Manchester United, il Real Madrid, il Barcellona, il Paris Saint Germain, il Bayern, il Milan e altre. Sarebbe come la fine del mondo a livello di spettacolo, una follia calcistica capace di generare con una competizione simile qualcosa come cinque miliardi di euro. E tutti i club partecipanti avrebbero il dovere di chiudere i propri bilanci in positivo».

LEGA PARALLELA – Sarà lui stesso a definirla una rivoluzione. Ma ha verificato che esisterebbe un muro invalicabile. « Se l’Uefa si ostina a non ascoltare questa proposta, allora bisognerà creare una Lega parallela, un organismo in cui ci sono i rappresentanti dei maggiori club. Spero che Michel Platini, con la sua cultura e la sua intelligenza, prosegua alla guida dell’Uefa e si apra al dialogo perché è arrivato il momento di essere concreti e di guardare avanti. Dobbiamo trovare più soldi».
Logico chiedergli se ne avesse già parlato con il presidente dell’Uefa: «Devo ancora farlo. Se desidera conservare il potere, che si sieda ad un tavolo con i grandi club e ne discuta. Possiamo offrirgli un contratto di vent’anni ma in cambio dovrà produrre più soldi. Tutti sembrano essere contenti di guadagnare 40 milioni di euro con la Champions, io invece ne voglio guadagnare 150 o 200. Per esempio, si possono commercializzare le partite su internet invece di ostinarsi a vendere i diritti direttamente alle tv. Servirsi di loro solo come mezzo per poi versargli una percentuale degli introiti come avviene per le sale cinematografiche. Potrei benissimo indicare la strada ma è difficile mettere tutti intorno a un tavolo. Condividono solo gli americani proprietari dei club inglesi e i dirigenti tedeschi. Altri sono legati alla tradizione. Ed è difficile parlare con il Barcellona e il Real che si basano su un azionariato pubblico. Eppure il Real conclude ogni anno con perdite enormi e assurde. Speriamo che le cose possano evolversi».
E infine, una stilettata anche a Blatter che regge la Fifa: «Non può fare il furbo sfruttando gli sforzi dei club. Dovrebbe versare un milione di euro per ogni gara dei nazionali».

Fonte: Corriere dello Sport

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