Parla alla redazione de “Il Corriere dello Sport” l’ex ct della Nazionale italiana e allenatore di Napoli, Juventus, Inter, Cesena e Atalanta Marcello Lippi sulle pretendenti al tricolore.
Marcello Lippi, è tornata la grande sfida Juve-Milan?
«Diciamo che è tornata la Juve: i rossoneri, vincitori dell’ultimo campionato, già c’erano».
Hanno avuto una partenza complicata…
«Comprensibile alla luce dei troppi infortuni, della Supercoppa giocata il 6 agosto, delle fatiche della Coppa America che hanno pesato su alcuni calciatori. Adesso che sono tornati i migliori, che i problemi sono alle spalle, riecco l’alta classifica, ovvero la normalità. Posso approfittare del tema Milan per un augurio?»
Ci mancherebbe…
«Vorrei fare un grosso in bocca al lupo a Gattuso e a Cassano che stanno vivendo un momento delicato: spero di rivederli presto in campo».
Possiamo dire che Ringhio tornerà in tempo per la volata-scudetto con la Juve o è opportuno aspettare ancora un po’ prima di sancire il remake di un’antica sfida?
«Nove giornate non sono molte ma offrono indicazioni importanti: vedrete che le due squadre lotteranno fino in fondo. Semmai, non saranno sole…»
Chi può intrufolarsi?
«Il Napoli di sicuro, anche se sta incontrando qualche difficoltà legata al doppio grande impegno: ci vuole abitudine per dividersi tra campionato e Champions. Non dimentichiamo l’Udinese che nessuno giudica da scudetto, intanto è sempre lassù. Personalmente, poi, mi intriga la Lazio, che forse non ha ancora capito quanto è forte: mi piace come è stata costruita, Reja sta facendo un ottimo lavoro, Klose è straordinario e Cissé ancora non è esploso».
L’Inter, lontana undici punti dalla vetta, può considerarsi già tagliata fuori?
«E’ composta da grandi giocatori, perciò non mi meraviglierei se infilasse cinque-sei vittorie di fila. Detto questo, sta andando bene in Champions League e mi auguro continui, ma per lo scudetto, obiettivamente, il ritardo è cospicuo».
Juve capolista solitaria: qual è il segreto?
«Incidono ragioni molteplici, non ultimo l’equilibrio di questa prima parte di stagione. Si vede che la squadra lavora bene in settimana, si vede che crede a quel che dice l’allenatore: le formule funzionano, ma non cadono dall’alto, sono frutto di impegno e sacrifici. Questa Juve possiede lo spirito giusto e ha saputo cambiare modulo intelligentemente. Quello attuale si confà alle qualità dei centrocampisti: Vidal che svaria, Marchisio che si libera…».
Pirlo?
«E’ un giocatore fondamentale, di cui la Juve aveva bisogno: ha portato classe, personalità e tranquillità, ha fatto crescere i compagni. E’ un campione grandissimo ed è un ragazzo umile».
Qualcuno si morderà le mani…
«Il Milan non l’ha scaricato: è stata una questione contrattuale, non certo tecnica».
Dicono che il suo cambio di maglia abbia spostato gli equilibri…
«E’ importante, molto importante, però la metamorfosi bianconera non può esaurirsi in un calciatore o in uno schema. Incidono diversi fattori: oltre a quelli già indicati c’è lo stadio. Credo che la sera dell’inaugurazione, davanti alla storia, in un clima di amore e partecipazione, molti protagonisti di oggi abbiano capito cos’è davvero la Juve».
Dicono che non disputare le Coppe possa rivelarsi un vantaggio…
«L’ambiente, abituato alle grandi platee internazionali, sarebbe ben felice di vivere… il problema Europa, ma una squadra in costruzione ha bisogno di tanto lavoro e le settimane vuote danno una mano all’allenatore»
C’è chi sostiene: è tornata la Juve di Lippi…
«La mia, quella di Trapattoni, di Ancelotti, di Capello: è tornata una Juve competitiva e speriamo vincente, il calcio è fatto di cicli».
Forse il paragone è dettato dal fatto che lei spezzò un lungo digiuno. O dal fatto che molti la rivedono in Conte…
«Ne sono orgoglioso: Antonio ha realizzato il suo sogno e sta lavorando benissimo».
Perché, nella lotta scudetto, questa Juve può arrivare fino in fondo?
«Perché ci crede, perché dimostra grinta e organizzazione, perché ha giocatori fantastici come Buffon e Pirlo, perché Chiellini è tornato a grandi livelli, perché altri giocatori sono in naftalina e una volta cresciuti torneranno utilissimi, perché il gruppo è compatto, perché nel campionato c’è equilibrio, perché i buoni risultati accrescono l’autostima, perché al momento è la squadra più brillante».
A fine stagione andrà via Del Piero, insieme a Buffon l’ultimo dei suoi Invincibili: sensazioni?
«Avverto un po’ di dispiacere: per tanti anni, nel mondo, la Juve è stata Del Piero, però certi momenti nella vita arrivano. Sono sicuro, comunque, che Alex non smetterà di giocare: non so dove andrà, ma continuerà ancora qualche stagione».
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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