Marcello Lippi, ex tecnico di Napoli e Juventus e campione del mondo nel 2006 da c.t. della nazionale italiana, ha rilasciato un’intervista ai colleghi de Il Mattino. Ecco le sue parole riportate sull’edizione odierna del quotidiano:
Qual è più gruppo, quello del Napoli o quello della Juventus? «Sono partite entrambe non benissimo e ancora mercoledì, con Carpi e Frosinone, hanno avuto delle difficoltà. Ma è una cosa che fa parte di un percorso di maturazione».
Domani chi rischia di più, Sarri o Allegri? «Ma nessuno, per carità. È senza dubbio molto bello vincere 5-0 ogni volta, ma io sono stato l’allenatore del Napoli e della Juventuse allora voglio dire una cosa ai tifosi».
Un appello? «Sì, alla pazienza, a tenere i piedi per terra, a non farsi travolgere dalla disperazione. Bisogna sgombrare la testa dai pensieri cupi: non si può certo dare giudizi negativi dopo appena cinque giornate».
Ha detto: tra grandi squadre esistono sfumature. La differenza la fanno le motivazioni. «Motivo per cui io ho sempre pensato di allenare soprattutto i cervelli . Come fa Sarri».
Difficile ricordare un Napoli-Juve con gli azzurri undicesimi e i bianconeri tredicesimi. «È un momento, ma la squadra di Sarri e quella di Allegri possono aprire un ciclo anche di sei-sette vittorie consecutive e tornare in corsa per lo scudetto in un lampo, in meno di un mese».
Ricordi di questa sfida? «Sicuramente la prima al San Paolo nell’unica volta da allenatore del Napoli: finì 0-0. Dall’altra parte c’era Trapattoni. Se qualcuno mi avesse detto che l’anno dopo avrei preso il suo posto ne avrei chiesto il ricovero in manicomio».
Era il 1993. Lei ha detto che quell’inizio di stagione somiglia molto a questo… «Siamo alla quinta no? E allora dopo aver perso in casa con la Sampdoria e poi a Cremona, pareggiammo col Torino ma poi vincemmo a Roma e facemmo 0-0 a Marassi con il Genoa… Insomma, avevo un punto in più».
La prima al San Paolo con la Juventus? «Mi accolsero con gli applausi e i mazzi di fiori. Andai a raccogliere l’ovazione dei tifosi sotto la curva. Ero stordito dagli abbracci, da tutto quel calore. E sbagliai panchina: mi andai a sedere su quella di Guerini».
In Cina non hanno trattato bene il suo pupillo Fabio Cannavaro «Colpa mia. Non avevo capito che volevano al mio posto uno come me…Con la mia esperienza, con il mio curriculum, con lamia età. Ma Fabio è stato eccezionale al Guanghzou».
Davvero Napoli e Juventus sono ancora in corsa per lo scudetto? «Non cambio idea dopo appena un mese. Poi c’è l’Inter che non gioca in maniera spettacolare ma mi sembra che abbia trovato una certa dimensione. E il Milan e la Roma».
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