Attacco a Matteo Gianello. Il processo di appello al calcioscommesse diventerà come una sorta di ring: in un angolo la Procura Federale, forte della condanna a 2 punti di penalizzazione al Napoli e nell’altro il club azzurro, società-simbolo dell’ingiustizia nell’applicazione rigida della responsabilità oggettiva, e la sua squadra di legali, con il neo acquisto Virgilio D’Antonio, docente universitario di diritto privato comparato a Fisciano: negli ambienti sportivi ha difeso finora solo la Salernitana nel 2010 e da qualche giorno in prima linea vicino a Grassani.
Peccato che il Napoli non possa schierare come legale anche l’ex ct campione del mondo, Marcello Lippi che ieri ha preso le difese del club azzurro: «La legge sull’omessa denuncia è assolutamente da rivedere: è assurdo che un giocatore che non ha commesso nulla e, anzi, ha addirittura rifiutato proposte, sia squalificato. È ingiusta la penalizzazione del Napoli».
L’arbitro del duello sarà la Corte di Giustizia Federale, la data ancora da fissare ma di sicuro il 16 o il 17 di gennaio. Il Napoli deve ribaltare la sentenza di primo grado, deve cercare di far comprendere l’abnormità del peso che si è abbattuto nella stagione in corso sul club per una storia che non sta in piedi e che risale a ben due anni e mezzo fa. La teoria del Napoli «parte lesa» non ha convinto, però, i cinque giudici della Disciplinare. Il protagonista della partita, dunque, è e sarà Gianello. Determinante la difesa affidata a Eduardo Chiacchio che punta a dimostrare come quella dell’ex portiere non è stato un tentativo d’illecito ma «un semplice atto di slealtà sportiva». La credibilità di Gianello sarà invece obiettivo dell’impianto difensivo anche di Grava e Cannavaro (condannati a sei mesi di squalifica), difesi dallo studio dell’avvocato Ruggiero Malagnini. «Una credibilità a fasi alterne, insostenibile e che noi smonteremo», sostiene Malagnini.
Il Napoli tenterà di ribaltare il verdetto emesso dalla Disciplinare, ma l’obiettivo di De Laurentiis non è la riduzione della penalizzazione, già proposta nel patteggiamento a cui il Napoli ha detto di no: il patron azzurro vuole essere completamente assolto.
E sul tema della responsabilità oggettiva torna a parlare il presidente federale, Giancarlo Abete: «La responsabilità oggettiva è un istituto presente in tutti i codici di giustizia internazionali. Nell’area delle scommesse è indispensabile un intervento del Parlamento sulla legge legata alla frode sportiva, che risale al 1989».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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