Ai microfoni di Sky Sport ha parlato così l’ex tecnico Marcello Lippi. Ecco le sue parole:
“Come passo le giornate? Prestando attenzione alle restrizioni che ci sono state date, sperando che presto la situazione possa migliorare. E poi guardo tante partite del passato, le grandi vittorie che possono essere un bel segnale in questo periodo difficile”.
L’emergenza Coronavirus in Cina?
“È stata affrontata con grande rigore, soprattutto nella città di Wuhan. La battaglia è stata vinta, la città è stata riaperta. Il problema ora sono i contagi di ritorno”.
Quanto è importante parlare con la squadra?
“Il rapporto con la squadra è importante. Gli allenatori che riescono ad ottenere i risultati migliori, sono quelli che riescono ad entrare nella testa dei giocatori. Io ho sempre voluto essere una guida per i miei giocatori, ho avuto grandi dialoghi con i miei leader. Non nascondo che ho chiesto loro di darmi una mano, perché è giusto coinvolgere certi giocatori. Ho avuto la fortuna di allenare grandi uomini oltre che campioni. Ho cercato di trattare tutti nello stesso modo. L’allenatore deve far sentire tutti importanti e al centro del progetto”.
Le sensazioni prima di scendere in campo per la finale del Mondiale?
“C’era la sensazione che avremmo vinto, che quella volta sarebbe toccato a noi. Contrariamente a quello che la gente che può pensare, prima della finale della Coppa del Mondo non si dice niente alla squadra. I giocatori non vedevano l’ora di scendere in campo per vincere”
Allenare nuovamente l’Italia?
“Sarebbe meraviglioso, ma ho già dato. La terza volta sarebbe troppo. Non ho più intenzione di allenare una squadra di club. Magari fra qualche mese, se capita una Nazionale non tanto lontana, tutto può essere. Ci sono stati dei contatti recenti, ma purtroppo ora è scoppiata questa pandemia. Pensiamo prima a sconfiggere questo maledetto virus”.
Quando potrà ripartire il campionato?
“Quando sarà scongiurato questo pericolo, sarà importante finire la stagione, anche a porte chiuse. Quando sarà tutto finito, non importa quando, ricominciamo e finiamo questo campionato. Prima però dobbiamo battere questo maledetto virus”.
I giocatori che ho voluto fortemente?
“Il primo è stato Montero. Lo avevo allenato all’Atalanta e lo volevo alla Juventus. Lo chiamai e lui era a Milano, stava andando a parlare con l’Inter. Poi ci sono tanti giocatori come Nedved oppure Camoranesi”.
I rigori nella finale del 2006?
“Avevo scelto i rigoristi, mi mancava il quinti. Andai da Fabio e gli dissi che sarebbe toccato a lui perché era l’uomo degli ultimi secondi. Dopo il gol ho abbracciato tutti. Qualche anno prima Grosso giocava in serie B, nel giro di poco è diventato campione del Mondo”.
Ranieri alla Sampdoria?
“È stata sicuramente la scelta giusta, la Samp negli ultimi anni aveva fatto molto bene giocando anche un buon calcio. Poi è cambiata la situazione psicologica, serviva una persona di grande esperienza”.
De Rossi?
“Secondo me ha un futuro da allenatore, ha tutte le qualità per farlo. Mi ricordo l’esordio in Nazionale, era ancora in Under 21. Esordio con gol. È un ragazzo straordinario, molto esuberante, ogni tanto fa fatica a controllarsi. Sono sicuro che farà una grande carriera da allenatore”.
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