Lorenzo Insigne se l’è voluto gustare attimo dopo attimo il grande giorno, la convocazione con l’Italia, la prima volta con Prandelli dopo le bella pagine azzurre vissute con l’under 21. Sveglia prestissimo, papà Carmine e mamma Patrizia lo hanno accompagnato da Frattamaggiore alla stazione centrale di Napoli. All’appuntamento con Maggio e De Sanctis, gli altri due convocati del Napoli, è arrivato con un’ora di anticipo, poco prima delle otto, il treno per Firenze era in partenza alle 8.50.
L’emozione mascherata benissimo, come è nel suo carattere. Arriva al centro tecnico di Coverciano, abbraccia Verratti, il suo grande amico ai tempi del Pescara, con lui divide la camera. E poi il saluto alle grandi stelle azzurre, l’incontro con Buffon e Pirlo. «E pensare che Italia-Spagna l’avevo guardata in Tv con mamma e papà e la mia ragazza Genny. Certo il fatto che Mangia non mi aveva convocato era un po’ strano, però quasi non ci credevo quando il team manager Santoro me l’ha comunicato dopo la partita con la Fiorentina. Quando sono tornato a casa ho acceso la Tv per la conferma: sì era tutto vero». Infatti, è tutto vero, il suo secondo sogno si è avverato, dopo l’esordio da napoletano al San Paolo con la maglia del Napoli, la chiamata in maglia azzurra. Due sogni avverati, il prossimo da realizzare, lo scudetto con il Napoli? «Due sogni si sono realizzati, ora un altro sogno è vincere qualcosa d’importante con la maglia del Napoli…». Cioè lo scudetto? «Sì, qualcosa d’importante, la coppa Italia, lo scudetto. La Juve è una grande squadra ma le milanesi non molleranno. Sappiamo di potercela giocare contro chiunque e alla fine vediamo dove siamo arrivati». E poi un altro sogno ancora, i Mondiali in Brasile del 2014. «Sono già felice di essere qui. Feci bene a Pescara con Zeman e il mio grazie se sono qui va a Mazzarri che mi ha dato tante indicazioni e a Prandelli per avermi dato quest’opportunità. Per il Brasile c’è tempo, se uno lavora duramente i risultati arrivano. Quando ho cominciato il ritiro con il Napoli non ero sicuro di restare, ma la voglia di vestire la maglia azzurra era troppo forte e ho lavorato al massimo per farcela».
È il Napoli di Insigne ed è già un po’ la Nazionale di Insigne, preferito da Prandelli a Cassano. «Sono un giovane che deve imparare ancora tanto, Antonio invece è un grande campione che ha vinto molto, anche se non m’ispiro a lui…». Già, perchè il suo idolo è un altro e a lui ha anche «rubato» l’esultanza della linguaccia dopo il gol. «Il mio idolo è stato da sempre Del Piero, mi dispiace non poterci giocare contro, avrei voluto scambiare con lui la maglietta. Cerco di rubare qualcosa delle sue giocate, in allenamento provo spesso il tiro a giro». Innamorato calcisticamente di Del Piero al punto tale da consigliarlo scherzosamente a De Laurentiis. «È ancora senza squadra? Adesso lo dico io a De Laurentiis…».
Un giovane partito da Frattamaggiore, dalla periferia di Napoli, che di gavetta ne ha già fatta tanta. Quattro fratelli, tutti calciatori, Roberto che già brilla nella «Primavera» del Napoli. Lorenzo da piccolino fu «scartato» da Inter e Torino perché era troppo basso, il team manager Santoro lo consigliò al club azzurro per pochi spiccioli, adesso è a Napoli e in Nazionale e sogna scudetto e Mondiali. Un giovane già maturo che sta bruciando le tappe. «Per arrivare occorrono tanti anni di sacrifici. Giocare ad esempio con Cavani è stata una grandissima emozione, pensare che questi campioni li guardavo in Tv, oppure da piccolino facevo da raccattapalle. Ma non devi mai pensare di essere arrivato, per scivolare giù basta un attimo».
Parla del passaggio da Zeman a Mazzarri e dalla B alla A. «Con Zeman ero esterno d’attacco, con Mazzarri devo prima pensare a far bene la fase difensiva e poi quella offensiva. La serie A è molto più difficile, occorre pensare molto più velocemente, appena ricevi palla devi già sapere dove sta l’avversario e il tuo compagno». Ancora su Zeman. «Ripeto con lui mi sono trovato benissimo, se i giovani della Roma lo seguiranno potranno fare cose importanti». I giovani dell’Under 21, Lorenzo ne indica due: «Immobile e Florenzi, stanno facendo bene anche in serie A». E poi Verratti: «Sono contento di averlo riabbracciato. Ancelotti voleva anche me al Psg? Questo non lo so». Il mondo magnifico di Insigne è questo: il Napoli e la Nazionale a Coverciano.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro