Succede: e, a quel punto, c’è poco da fare. L’emergenza a centrocampo diviene di routine immediatamente, a settembre, quando Marco Donadel, il mediano prelevato dalla Fiorentina a parametro zero per sostituire Pazienza, è costretto a fermarsi. A quel punto, restano per il turn-over di una stagione ricca e abbondante, Dzemaili, Gargano ed Inler; e poi c’è la soluzione Hamsik, che può scalare sulla linea dei centrocampisti.
Ad un certo punto, gennaio, sembra che Donadel stia per tornare, e ciò frena ogni idea di intervento sulla sessione suppletiva di mercato: ma l’ex viola è costretto ad arrendersi e a sottoporsi addirittura ad un intervento chirurgico in Germania. Restano i soliti tre e nelle ultime settimane, complici il ko di Maggio (fuori a Londra, rientro con la Juventus e di nuovo acciaccato dopo appena 25 minuti) e la squalifica di Zuniga (due turni, per condotta scoretta a Torino) e quella di Gargano (per lui niente trasferta contro la Lazio in quella sorta di “spareggio” per il terzo posto), bisogna inventarsi qualcosa: Mazzarri si ritrova a dover fronteggiare la flessione tecnico, tattica e anche mentale con l’organico ridimensionato, ha un solo esterno naturale a sinistra (Dossena); cambia il modulo (è praticamente inedita la difesa a quattro di Roma), oppure rimescola le carte, tentando di osare con un Hamsik in mezzo al campo (ruolo che ricopre nella propria Nazionale, ma in un sistema diverso) ed alle spalle d’un tridente limpido e senza la vocazione (o l’inclinazione) ad assicurare la fase passiva. Succede di doversi arrangiare…
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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