La campagna rafforzamento, il nuovo modulo, la decisione di ripartire in scadenza di contratto, Insigne e Vargas, gli elogi a Pandev, la Supercoppa contro la Juve, la risposta a Quagliarella. Mazzarri a tutto campo. Chiarezza, un concetto che tira spesso in ballo durante la prima conferenza di stagione in merito ai programmi per la prossima stagione.
Il capitolo rinforzi. «Pochi ma buoni, rinforzi mirati, questa è stata la mia idea espressa alla società. I tifosi dicono che vogliono vincere, io sono il primo a voler vincere ma questo aspetto va coniugato con certe situazioni. L’importante è essere tutti quanti chiari, così come lo siamo stati nella riunione privata. Qualsiasi idea della società va rispettata». L’argomento caldo, Mazzarri viene sollecitato più volte sui rinforzi. «Ho dato delle indicazioni per avere dei giocatori pronti, bene o male i nomi sono trapelati. Ogni allenatore indica giocatori che possono essere congeniali al proprio gioco, poi decide la società. Se non è possibile averli va bene uguale. Linea Mazzarri e linea societaria? Non c’è contrasto tra noi. I ruoli da coprire? Questi li ho detti alla società».
Il nuovo Napoli che ha in mente, cambio di modulo in vista. «Voglio far conoscere ai miei giocatori un nuovo meccanismo tattico, il 3-5-1-1 che in questo momento va per la maggiore e che ha adottato la Juve. Lo faccio per essere più imprevedibile e per poter cambiare pelle di partita in partita o durante la partita spessa».
Mazzarri sabato prossimo toccherà i mille giorni sulla panchina del Napoli dal suo debutto, un vero record se si considera che era stato precedentemente alla Reggina per 987 giorni. Le motivazioni. «Per la prima volta in 12 anni di carriera – insiste Mazzarri – sono in scadenza di contratto per avere stimoli ancora più forti. Gli stimoli che ho già provato a trasmettere nel primo discorso ai giocatori. Se dessimo qualcosa per scontato per quanto fatto negli ultimi tre anni sarebbe un guaio. Quest’anno il valore della serie A è ancora cresciuto con il ritorno di squadre come Torino e Sampdoria». Fissa la griglia di partenza. «Ci sono le solite 3-4-5 squadre sulla carta ma poi non è detto che i pronostici vengono rispettati. Ai miei ragazzi ho detto la stessa cosa del primo giorno che arrivai a Napoli: voglio che questa squadra abbia un’anima. Per la Supercoppa cercheremo di avvicinarci il più posssibile alla forma ideale ma non potremo essere al massimo come non potrà esserlo la Juve».
Elogi sperticati a Pandev. «Lavezzi è stato un giocatore importantissimo ed è diventato un campione consacrato, Pandev ha qualità indiscusse, l’importante è che sia nella condizione ottimale. Per me è un titolarissimo – continua l’allenatore degli azzurri – come Cavani e Hamsik che sono già delle certezze». Più cauto su Vargas e soprattutto su Insigne. «Per valorizzare i giovani – dice Mazzarri – bisogna vedere se sono già pronti. Hanno tutti e due potenzialità importanti ma oggi sono delle incognite che vedo con positività. Ad Insigne ho già parlato, gli ho detto di stare tranquillo, lo feci esordire in A, poi ha fatto bene in C e in B. Ora bisogna valutare se può essere utile per una serie A ad altissimo livello. L’Europa League può essere una chance importante per loro. Non è la Champions, la onoreremo al meglio ma cercheremo, rispetto all’anno scorso, di perdere meno punti in campionato».
Si attende un’ulteriore crescita del gruppo. «Il gruppo ha avuto un crescita esponenziale. Mi attendo un miglioramento di tutta la rosa, di Inler, al di là del cambiamento di modulo che può agevolarlo, di Dzemaili. E attendo Britos e Donadel che l’anno scorso per infortunio non ho mai avuto. Mi aspetto che crescano tutti come ha fatto Zuniga in questi due anni». Infine la risposta a Quagliarella. «Quando arrivai a Napoli c’erano dei problemi. L’ho fatto coesistere con Lavezzi, credevo fosse tutto risolto. Se dice ancore certe cose significa che fu presa la decisione giusta per tutti. E poi abbiamo preso Cavani che in due anni è diventato a Napoli un top player». Sul calcioscomesse. «Ci sfiora marginalmente, sono sereno come lo sono i miei giocatori, non ci pensiamo proprio».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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