Quel retropassaggio di Aronica, quel pallone lento e morbido inoltrato al torinista, quel gol simile a un pugno di manna caduta dal cielo. Può capitare,si dice. Certo. E’ capitato. Poi capita che, più tardi, il sonno venga interrotto dal ricordo ritornante del gol più incredibile che immaginazione poteva inventarsi, in quel surreale finale di partita. E arriva l’eco dei commenti increduli o furibondi. Se poi il grave errore del difensore dà la stura, com’è naturale che possa accadere, al riemergere di stati d’animo ormai depositati in fondo al sacco di passate sensazioni, allora la notte può diventare molesta. E nella nebbia delle immagini si mischiano quelle appena viste con altre di epoche superate. Si fondono scene diverse che richiedono uno sforzo della mente, nel dormiveglia, per essere risistemate.
Il momento del Napoli è delicato e la squadra d’improvviso sembra procedere con poca benzina nel motore. Si pensa allora non solo al gol-beffa ma anche a un certo modo di giocare lento e passivo , alle poche occasioni create, alla penuria di convinzione che sembrano provenire da un misterioso virus. Un affievolimento che vede poche eccezioni, come quella di Cavani. E’ così che alla memoria arrivano immagini di campionati ormai in archivio ma che pure hanno lasciato un duraturo segno ”meno”. Ed è così, ad esempio, che tornano i ricordi registrati nelle lontane ultime stagioni di Vinicio al Napoli. Accaddero fatti memorabili. Il campione non appariva più come il gran goleador che i tifosi applaudivano. La squadra tutta si mostrava, quasi per riflesso, priva di spinta e povera di risultati. Ed ecco che si diffuse una voce: Vinicio ha una carenza di globuli rossi. Da qui, ipotesi, opinioni bizzarre, ricerche, consultazioni. Era un bluff. Col tempo si capì che Vinicio stava bene e che di ”malato” c’era solo lo spogliatoio del Napoli, con l’allenatore Amadei in contrasto con ‘o lione di Rio. E con la squadra coinvolta nella situazione, divisa e demotivata. Vinicio fu ceduto e continuò a segnare lontano da Napoli.
Anni lontani. Nessun sintomo evidente, per fortuna, sembra oggi assimilabile alla storia dei globuli rossi. Ma per dormire sereni occorre che il Napoli dia subito prova di saper ritrovare la sua personalità e la sua voglia di vincere.
Fonte: Il Napolista.it
La Redazione
M.V.
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