La sfida tra Paris Saint Germain e Olympique Marsiglia è molto più che una partita. Parigi e Marsiglia, appunto: due tra le città francesi più importanti. Culturalmente e geograficamente agli antipodi. PSG-OM incarna la divisione culturale tra Nord e Sud, tra la mentalità metropolitana e quella provinciale. La Francia si ferma durante il Classico. Da Biarritz a Brest, da Calais a Cannes, il popolo francese si schiera per affermare la propria identità. Poi c’è il campo, e un campionato da conquistare. Guida l’OM: inaspettatamente? No, per chi conosce Marcelo Bielsa, El Loco. ‘Pazzo’ come Il Mistral che soffia 110 giorni l’anno sulla città di Marsiglia: ad animare un porto di mare, dove la vita scorre veloce tra colori ed etnie che si confondono. L’allenatore argentino, al suo primo anno a Marsiglia, sta ottenendo risultati clamorosi: 9 vittorie, 1 pareggio e 2 sconfitte in Ligue 1. Quattro i punti di vantaggio sul PSG. La città ama Marcelo, perché incarna i valori di una società operaia, provinciale nel senso buono del termine. Dall’altra parte c’è Parigi ed il PSG. Una società solida, forte di una proprietà multimilionaria. Le opere d’arte della sua rosa fanno da contraltare a quelle sparse per la capitale, sulle rive della Senna. In panchina Laurent Blanc, Campione del Mondo da giocatore, meno fortunato da allenatore della Nazionale francese. E allora la chiamata di un club importante, il PSG. Lui, Laurent, è quadrato e rigido come le linee gotiche di Notre Dame. Così la sua squadra, ancora imbattuta in campionato, ma costretta ad inseguire. Il Classico, quest’anno, ha un sapore diverso. Al Parco dei Principi, domenica sera, Il PSG non può sbagliare. La nave di Bielsa potrebbe prendere il largo e riportare nel proprio porto un titolo che manca da 5 anni. Il Paese guarda la rivoluzione calcistica in atto. Il finale, questa volta, è ancora tutto da scrivere.
Fonte: Luca Gandini per gianlucadimarzio.com
