MADRID (SPAGNA), 21 giugno – Quello che gli spagnoli chiamano il “miglior campionato del mondo”, cioè il loro, è nei guai, finanziari: è sull’orlo della bancarotta, sommerso da circa 4 miliardi di debiti, avverte oggi Marca, il più letto dei quotidiani sportivi del Paese. “L’estate sarà calda”, scrive. La realtà – dietro i trasferimenti astronomici di “galattici”, gli stipendi stratosferici delle star, da Messi a Cristiano Ronaldo – è in effetti preoccupante. Almeno 21 società di Prima e Seconda Divisione hanno già fatto ricorso alla ‘Ley Concursal’, la legge che consente di sospendere o dilazionare il pagamento dei debiti senza essere dichiarati in bancarotta formale. Cosi i club vanno avanti senza che la Federcalcio possa punirli con retrocessioni o perdita di punti. Oltre 300 giocatori hanno già denunciato insolvenze da parte dei loro club nel massimo campionato di Liga o in Seconda Divisione. Il loro sindacato minaccia lo sciopero generale e il blocco del prossimo campionato se prima non sarà garantito il pagamento degli arretrati.
SOLO REAL E BARCELLONA SI SALVANO – Una richiesta che la Lega spagnola (Lfp) ritiene “irrealizzabile” scrive “Marca”, secondo il quale ormai «lo sciopero è una opzione reale, ed i club lo sanno». Praticamente solo i due grandi, Barcellona e Real Madrid, riescono a gestire l’enorme debito accumulato – poco meno di un miliardo – con introiti annuali superiori. Solo con i diritti tv incassano 600 milioni di euro, la metà di quanto va a tutte le società di Liga. Gli altri, a parte quelli che hanno avuto la fortuna di essere rilevati da sceicchi arabi o da investitori stranieri, come il Malaga – che sotto la guida del cileno Manuel Pellegrini sta facendo una campagna acquisti senza complessi e punta a essere fra i grandi la prossima stagione – o il Getafe, annaspano.
IL CAOS – Fra quelli che già hanno fatto appello alla Ley Concursal – rileva “Marca” – ci sono club del calibro di Saragozza, Rayo Vallecano, Hercules, Betis, Cadice, Granada, Maiorca, Recreativo, Xerez, Cordoba. L’applicazione della legge potrebbe far perdere ai calciatori il 50% degli stipendi arretrati. Il rubinetto degli aiuti pubblici, dei Comuni, che finora è servito a tappare alcune falle, ora è chiuso, la crisi ha prosciugato le casse degli enti locali. Dietro le cifre mirabolanti sparate in questi giorni per i possibili nuovi trasferimenti eccellenti – 50 milioni per Sanchez al Barca o 40 per Fabregas – c’è ora la realtà degli stipendi dimezzati ai calciatori nelle squadre più piccole. «A giocatori che prendevano 500mila euro all’ anno ora si propone la metà – spiega “Marca” – e nella Seconda Divisione si prendono giocatori per 90mila euro all’anno». I club della Spagna campione del mondo, avverte il giornale , devono “cambiare modello” prima che nel 2012 scattino le nuove norme Uefa del “fair play” finanziario: ma “prima ci sarà una estate molto calda”.
La Redazione
P.S.
Fonte: CDS
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