La stagione scorsa a destra aveva Matti Lund Nielsen, appena passato al Verona, e a sinistra Emmanuel Cascione. Era il centrocampo del Pescara delle meraviglie, ideato da Zdenek Zeman. Certo, davanti Sansovini, Immobile e Insigne facevano l’inferno. Ma tutto girava intorno a Marchino Verratti, impostato centromediano dal boemo che in un piccolo trequartista aveva visto un regista con la musica del calcio nei piedi. Bene, adesso Verratti, venti anni, fa muovere alla grande il Psg: fino a dicembre centrale tra Chantome e Matuidi nel 4-3-3, adesso (dopo il ko di Thiago Motta) in coppia con quest’ultimo, nel nuovo 4-2-4 tutta qualità di Ancelotti, con Lavezzi e Pastore esterni e Ibra e Menez in avanti; mercoledì sera poi si è ritagliato la sua gloria azzurra segnando all’Olanda il suo primo gol in Nazionale da vice Pirlo, rubando la scena agli attesissimi Balotelli & El Shaarawy. Un’impresa, quella del ragazzo abruzzese, che per forza ha riacceso la passione dei due club che, la scorsa estate, erano arrivati vicinissimi a prenderlo prima del blitz milionario del club francese. Juve e Napoli avevano visto giustissimo e proveranno, ognuna per proprio conto, a ritessere la tela strappata.
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