«La lezione di Rafa? Più coraggio in campo». Raffaele Sergio, ex difensore del Napoli (e anche di Lazio e Udinese, tra le altre), due anni in azzurro dal ‘97 al ‘99, guarda con grande ammirazione al Benitez-bis, la sua prima stagione sotto il Vesuvio dopo aver già saggiato il campionato italiano ai tempi dell’Inter.
Un anno di Benitez: come valuta la stagione del Napoli?
«Sicuramente come un’annata positiva, soprattutto perché la scorsa estate è cambiato tutto. E’ iniziato un ciclo nuovo, con tanti giocatori appena arrivati a Napoli e un tecnico, Benitez, che ha proposto una nuova metodologia di lavoro. Sono stati fatti dei passi in avanti molto importanti, anche perché sono arrivati in rosa giocatori di qualità. A questo Napoli va solo dato tempo e…».
Intanto è arrivata la Coppa Italia.
«Un trofeo importante in assoluto. E anche in prospettiva, perché vincere aiuta sempre a vincere, è così nel calcio. Questo Napoli, poi, può fare ancora meglio. Già a gennaio ha inserito elementi di qualità e prospettiva in rosa».
Jorginho, per esempio.
«Certo, ma non penso solo a lui. Con Henrique, che mi è piaciuto molto, e lo stesso Ghoulam, il Napoli ha migliorato molto la fase difensiva, dove era un po’ carente. E anticipando gli innesti, ha guadagnato sei mesi di tempo».
Cosa le piace di più di Benitez?
«Intanto il fatto di giocare un calcio sempre molto propositivo. Rafa sa quello che vuole e sa come ottenerlo, è molto bravo nel gestire l’ambiente rapportandosi bene con i media. E’ un tecnico completo, un manager: non è un caso che abbia vinto ovunque abbia allenato. Del resto, sa come gestire anche situazioni particolari».
Ha un grande controllo del gruppo, insomma.
«Sa come gestire la squadra, ha polso. Lo si è visto quest’anno in alcuni episodi: per esempio, ha avuto la fermezza di tenere Higuain in panchina perché la gara precedente aveva preso male una sostituzione. Sul gruppo ha lavorato benissimo».
E ha un’idea di calcio molto poco italiana…
«Certo. Lui propone molto, il che non sempre si rivela positivo, ma gioca un calcio veloce: lì davanti quei quattro si intendono bene, e comunque il Napoli lavora molto sulle due fasi, difensiva e offensiva, è un modulo completo».
Cosa può insegnare Benitez ai tecnici italiani e cosa invece può imparare lui dalla scuola italiana?
«Con il suo metodo di lavoro ha portato innovazioni positive. Su tutte, il fatto di scendere in campo con coraggio, inculcando una mentalità positiva nei giocatori. Ha dimostrato di saper gestire bene la fine di un ciclo, il dopo Mazzarri, e ha dimostrato anche che il turn over ampio si può fare: qui è riuscito a far sentire tutti titolari e tutti adatti al suo progetto tattico».
Cosa aspettarsi dal mercato?
«A gennaio è stata sistemata la difesa, guadagnando tempo e mettendo qualità in rosa. Ora è arrivato anche Koulibaly… In attacco direi che la squadra è già forte così. Forse si interverrà a centrocampo: dovesse andare via Behrami, sicuramente ci sarà un innesto importante»
Fonte: Corriere dello Sport
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