L’ex calciatore del Napoli Michele Pazienza ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Gianlucadimarzio.com. Ecco quanto evidenziato dalla nostra redazione: “Idolo? Essendo tutta la famiglia interista anche io ho iniziato ad appassionarmi all’Inter. All’epoca c’era un grandissimo interprete del ruolo, Paul Ince: ve lo ricordate? Un mostro. Divenne subito il mio idolo, me ne innamorai calcisticamente“. E Foggia? “Piazza meravigliosa, ma difficile: qui si vive di calcio. Fatte le dovute proporzioni paragonerei la passione di Foggia a quella di Napoli“. Dopo Foggia l’Udinese, nel 2003 triplo salto di categoria: “E’ cambiato tutto dal punto di vista professionale perché è stato un bel salto. Ma dal punto di vista dell’agonismo e dell’atmosfera non ho risentito tantissimo perché Foggia, come ti dicevo prima, è una piazza caldissima. Venivo da un’avventura di tre anni importante: salvezza, play-off e vittoria del campionato. Un periodo che mi ha fatto crescere in fretta e questo mi ha aiutato tantissimo nel triplo salto di categoria e non mi ha fatto sentire tutta questa differenza”.
Nella tua carriera ci sono stati almeno quattro allenatori importanti, chi ti ha dato di più? “Quello al quale sono più grato e dal quale ho ricevuto di più è stato senza dubbio Mazzarri. Ma non dimentico neanche Spalletti, che mi ha svezzato in A, e Conte che mi ha voluto nella Juventus. Con loro però ho lavorato per meno tempo“. Compagno più forte? “Tanti, però se devo fare due nomi dico Pirlo e Hamsik. Anzitutto perché sono due centrocampisti come me, difendiamo la categoria (ride). Poi perché mi hanno sorpreso per la facilità che hanno nelle giocate: qualità superiore, c’è poco da fare. L’avversario che mi ha impressionato di più? Sicuramente Steven Gerrard“.
Hai avuto la fortuna di giocare in tre team di livello assoluto: Udinese 2004-2005, Fiorentina 2007-2008, Napoli 2010-2011. Erano forse le squadre che in quei campionato hanno giocato il miglior calcio: in quale delle tre ti ha dato più felicità giocare? “Il Napoli perché è la squadra in cui mi sono sentito più importante e protagonista. Non che nelle altre non lo fossi, ma il ruolo che ho avuto a Napoli, le responsabilità che mi hanno dato, sono qualcosa di speciale. La partita indimenticabile? Un 3 a 0 alla Juventus con tripletta di Cavani e anche un’altra di coppa con il Liverpool, dove vincevamo per uno a zero fino all’ingresso di Gerrard. Poi dopo che Steven entro finì male, 3 a 1….”
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