Il premio sport e civiltà ieri è andato anche al Parma. Al teatro Regio c’era Roberto Donadoni, allenatore dei crociati.
La classifica è veritiera?
«Meriteremmo qualche punto in più dovremo riconquistarcelo sul terreno già sabato».
Si aspettava che Benitez impattasse così, a Napoli?
«E’ stato ceduto Cavani, cannoniere di grande spessore, ma l’ha sostituito con giocatori altrettanto validi: Higuain è un nazionale e in carriera ha fatto cose importanti a varie latitudini. Sabato dovremo fare tanta attenzione, la classifica è emblematica»
Sul piano tattico come immagina la partita del San Paolo?
«Dovremo mettere in campo le nostre forze e qualità, abbiamo messo in soggezione la Juve e battuto il Milan. Il Napoli ha individualità importanti, da limitare il più possibile, a costo di sacrificare le nostre qualità propositive, per sopperire al gap tecnico».
Per Donadoni a Napoli cosa non andò?
«A me non piace guardarmi indietro, resto sull’attualità. Tutte le esperienze sono servite a farmi crescere, anche là per me era stato costruttivo. L’ambiente ha tanti riflessi positivi e grande potenzialità, il mio periodo è stato di transizione, era in atto un cambiamento».
Con il suo esonero e l’arrivo di Mazzarri gli azzurri sono arrivati due volte in Champions.
«Poi la squadra si è ricostruita anche proprio sul piano della rosa. Qualche giocatore chiave veniva da infortuni, altri dovevano raggiungere la maturità, successivamente sono stati innestati elementi di qualità che hanno fatto la differenza».
È stato l’unico flop della sua carriera in panchina…
«Il Napoli nel 2009 aveva bisogno di ulteriore crescita che si sta compiendo, quell’epoca ha rappresentato un viatico».
Le sconfitte nette di Roma, Londra e Torino significano che lo scudetto sfuggirà anche quest’anno?
«Se la giocheranno. Sento spesso il presidente Aurelio De Laurentiis, ha voglia di investire per incrementare il potenziale. Hanno obiettivi e ambizioni».
La Juve può qualificarsi agli ottavi di Champions League con 7 punti e il Napoli di uscire con 12…
«Se andiamo a ritroso, nella storia situazioni del genere si sono già verificate, sono anche piacevoli per il calcio: è chiaro che chi esce con una classifica buona resta con l’amaro in bocca e questo dispiace, ma sono le regole dello sport»
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