CREMONA. Quasi una «giustificazione» nelle sue parole davanti al gip di Cremona. Doni ha ammesso le sue responsabilità ma ha aggiunto «l’ho fatto per passione verso l’Atalanta, per la speranza di poterla portare all’obiettivo di quella stagione: la promozione». Dichiarazioni che non sono piaciute ai tifosi atalantini, che già avevano voltato le spalle all’ex idolo. Nessuno ci crede e tutto suona come una beffa. La manipolazione che più l’ha inguaiato è il match Atalanta-Piacenza del 19 marzo 2011. «Io per l’Atalanta ho sempre giocato al massimo – ha detto il giocatore al gip Guido Salvini e al procuratore Roberto Di Martino nell’interrogatorio di garanzia – e non ho guadagnato nulla». Fu avvicinato anche per Ascoli-Atalanta, ma ha detto di «non avere voluto incontrare l’ascolano Micolucci» coinvolto nella combine, aggiungendo di «non avere avuto la sensazione di arrendevolezza dell’Ascoli nel match». Diverso quanto accaduto in Atalanta-Piacenza: fu l’ex amico e preparatore dei portieri del Ravennna, Nicola Santoni, a dirgli che il Piacenza era disposto a perdere. Il referente era Carlo Gervasoni, anch’egli arrestato. Si incontrarono davanti agli spogliatoi e il piacentino gli disse: «Tutto bene», l’accordo era raggiunto.
Di Padova-Atalanta gli parlò Antonio Benfenati che pronosticò il pari. Doni fece la ricognizione del campo per vedere se gli veniva incontro qualcuno, ma non accadde e fu «una partita vera». La scheda telefonica intestata a un dipendente romeno del lido «I figli del sole» di Cervia gliela diede Benfenati: quella scheda è una delle ragioni del suo arresto.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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