“Mazzarri è un grande lavoratore, non molla mai: non c’è nessuna discussione in merito. Gli faccio gli auguri – ha detto l’ex ds azzurro e dirigente del gruppo City Riccardo Bigon a Radio Marte in Marte Sport Live – di stare meglio e di recuperare dall’influenza. Vincere con l’Inter permetterebbe al Napoli di rientrare nella lotta scudetto? Dal punto di vista numerico è così, ma in questa fase l’importante è ritrovare una certa regolarità di prestazioni e di gruppo. Bisogna avere ben chiaro in testa come comportarsi durante le varie fasi della partita, che atteggiamento avere. I media guardano ad un risultato che aprirebbe a scenari particolari, ma adesso la cosa fondamentale deve essere la costanza, l’unione di intenti e tornare a giocare come sa essendo una squadra forte. Mazzarri è abbastanza esperto per trovare accorgimenti anche per migliorare la prestazione atletica, non perdendo brillantezza. Qual è il punto forte di Mazzarri? E’ un allenatore molto in gamba, il suo focus principale è l’aspetto mentale. La squadra giocava bene da anni, ha delle conoscenze approfondite, e per crescere fisicamente manca il tempo, quindi il mister punta sulla rinnovata unione, sulla positività, su un’energia ambientale decisiva per fare grandi prestazioni. Walter dentro lo spogliatoio ha sempre avuto grande credibilità e ha sempre avuto ottimi rapporti con i giocatori, ottenendo grande credibilità nello spogliatoio. Ci sono tutte le condizioni per ricreare qualcosa di simile a Napoli anche quest’anno. Conosco Mazzarri da anni, sono stato con lui per 3 anni alla Reggina e 4 nel Napoli, e non esistono dettami tattici che non sia in grado di adottare. E’ assolutamente capace di utilizzare tutti i moduli tattici. All’epoca giocava con la difesa a tre e il suo modulo Mazzarri veniva anche studiato a livello europeo. Guardiola, dopo il Trofeo Gamper a Barcellona, chiese di parlare con il mister per riflettere insieme, per capirne di più della sua difesa a tre, che era un po’ una novità. E’ stato il suo marchio di fabbrica in quel momento lì, ma il calcio si evolve e Mazzarri è un malato di tattica: non ha nessun problema a cambiare modulo, specie con una squadra che ha un’impostazione ben precisa”.
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