De Sanctis si tuffa, e afferra in presa quota 100. Cento presenze in campionato. Il plastico volo avverrà domani sera: se il portiere del Napoli andrà in campo contro l’Inter, entrerà nel club dei dodici portieri che nella storia azzurra hanno giocato più volte in serie A. Se andrà tutto per il verso giusto, entro la fine della stagione agguanterà prima Iezzo (104) poi Bandoni (106) e infine Casari (111). I tre più grandi numeri 1 nella storia del calcio napoletano restano difficilmente raggiungibili: Bugatti è a quota 256, Sentimenti a 227 e Castellini 202. Se prolungherà il contratto di un’altra stagione (ora l’accordo che lo lega al Napoli è fino al 2013), come il suo manager Federico Pastorello auspica, allora potrebbe superare anche Zoff (143), Carmignani (144) e Cavanni (151), mantenendo davanti a sé solo Pino Taglialatela (177 presenze). E a questo punto De Sanctis arriverebbe lassù, all’incrocio dei pali di una memorabile carriera.
Morgan De Sanctis non è un acrobata: incarna il senso della posizione, lo stile e il prodigio atletico continuo. Il suo modo di parare è l’emblema del suo carattere: quello del leader, in campo e fuori. Non a caso, a 34 anni, il portiere del Napoli parla spesso anche da sindacalista: è consigliere dell’Aic, l’Associazione italiana calciatori, che bloccò il campionato in agosto per la storia del super Irpef. «Non abbiamo mai rifiutato di pagare le tasse e le accuse alla nostra categoria sono sempre state demagogiche», disse facendosi portavoce della categoria.
I magnifici quattro del Napoli, vero: Cavani, Hamsik, Lavezzi e anche Pandev. Ma se il Napoli sogna la Champions è per i miracoli in porta di Morgan. La Uefa, dopo lo storico 2-1 contro il Manchester City lo ha premiato come «man of the match»: senza la sua miracolosa parata su Mario Balotelli a un quarto d’ora dalla fine, in pratica un calcio di rigore in movimento, le possibilità del Napoli di arrivare agli ottavi di finale si sarebbero azzerate.
Ma le notti del San Paolo sono magiche, anche quando non sei più giovane. L’apporto all’EuroNapoli non si limita solo a quella partita col City di Mancini: prima c’era stato il rigore parato a Mario Gomez nella gara col Bayern Monaco. E martedì scorso i miracoli a ripetizione su Drogba e Juan Mata. «Un Napoli stellare, siamo stati molto bravi, quando giochiamo in quel modo, siamo inferiori solo Barcellona e Real Madrid ci sembrano superiori. Possiamo giocarcela alla pari con tutte».
Un anno magico. A parte quel video. «Una vergogna, solo fango su di me», spiegò nel solito impeto d’orgoglio. Napoli-Lecce, Cavani segna e lui non gioisce. Qualcuno malignò e insinuò. «Mettere in dubbio uno come me è insopportabile», ha spiegato tutte le volte che ha potuto. Domani con l’Inter la grande festa. Un’altra partita prima di poter tendere il volo verso la firma sul nuovo contratto: «Voglio chiudere qui la mia carriera».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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