E siamo a due. È stata recapitata, questa volta al Centro sportivo del Calcio Napoli di Castel Volturno, la seconda lettera di minacce indirizzata al capo ultrà dei supporter partenopei Gennaro De Tommaso, alias «a carogna». Identica per fattezze e contenuti alla prima arrivata due giorni fa alla redazione del Mattino, la seconda missiva è stata ritirata ieri pomeriggio attorno alle 16 dal personale che si occupa di smistare le decine di lettere che arrivano al «Marina di Castello Resort», dove gli azzurri hanno i campi di allenamento. Tra le richieste di autografi e le proposte più o meno imbarazzanti dei fans che ogni giorno arrivano ai giocatori, c’era anche la «gemella» della busta gialla inviata al quotidiano appena 48 ore prima. La segretaria, anche alla luce di quanto successo in settimana, si è subito insospettita a non ha aperto la lettera gialla, avvertendo la Polizia, che ha sequestrato il materiale lasciando, poi, agli agenti della Scientifica il compito di effettuare tutti i rilievi del caso su busta e contenuto.
La missiva era regolarmente affrancata ma non timbrata e – proprio come quella già consegnata al quotidiano – «farcita» di due fogli formato A4 e un proiettile 9×21 parabellum, lo stesso trovato nella prima, proprio come quelli in dotazione alle forze dell’ordine. E anche in questo caso era attaccato con lo scotch a mo’ di firma, alla fine delle 18 righe di veleni e minacce vomitate addosso al capo ultrà, alla sua famiglia, ma anche alla Federazione, ai mass-media, non senza dimenticare gli «auguri» di morte a Ciro Esposito, il tifoso ferito negli scontri a Tor di Quinto prima della finale di Coppa Italia di sabato scorso, che è ancora ricoverato in gravi condizioni al Gemelli di Roma, dove ieri c’è stato un via vai di amici, parenti e tifosi. Vengono a confortare e a portare la propria solidarietà, come conferma la mamma Antonella Leardi: «Sono venuti tifosi di tutte le squadre, non solo del Napoli – racconta – ma anche del Catania, della Lazio e dei ragazzi di Ancona e questa è la cosa più bella». Tra gli altri anche «un ragazzo romano e romanista che ci ha portato – conclude – una lettera che ha scritto per Ciro».
E mentre già si vedono le prime conseguenze dei fatti di Roma – con la partita di domani tra giallorossi e i campioni d’Italia della Juventus anticipata al pomeriggio per motivi di ordine pubblico – restano ancora tanti gli interrogativi su cui stanno lavorando gli inquirenti. A iniziare dal messaggio inquietante dei 16 proiettili fotografati (15 stesi e uno in piedi) nel primo dei due fogli contenuti nella lettera; proseguendo con l’altra foto a corredo del testo minatorio, che ritrae in primo piano Gennaro De Tommaso a cavalcioni sulle grate dell’Olimpico durante la finale di Coppa, con quelle immagini che hanno fatto il giro del mondo per la scritta sulla maglietta («Speziale libero») legata all’assassinio dell’ispettore di Polizia, Filippo Raciti. Sul caso è stato già aperto un fascicolo d’indagine, dopo il vertice di mercoledì in procura a Napoli. La conferma di quanto resti alta l’attenzione degli inquirenti su questo ulteriore episodio viene dal fatto che il caso sia stato affidato al sostituto pm Antonello Ardituro, della Direzione distrettuale antimafia di Napoli.
Di seguito le parti salienti della lettera: «Vogliamo far pervenire al camorrista che appare in foto, Gennaro De Tommaso, il presente avvertimento, un risposta a quella scritta sul petto che auspica la liberazione del mafioso Speziale, assassino dell’ispettore Raciti. Stai attento, avanzo di galera, hai le ore contate…Carogna, attento a te, ai tuoi familiari e a tutti quei coglioni che sono alle tue spalle!!!. Anche voi della Società Calcio Napoli non siete esenti da responsabilità, così come i mass media…e la Federazione calcio…vi seguiremo e al momento opportuno colpiremo!! Che il tifoso napoletano ferito a Roma muoia presto!! Non dorma tranquillo nemmeno il cronista Tv. Ogni promessa è un debito».
fonte: il mattino
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