Caro direttore,
la parola calcio è spesso accompagnata dalla parola spettacolo, ma lo spettacolo che il calcio italiano sta dando in questi giorni fuori dagli stadi con l’ennesimo scandalo è a dir poco avvilente. Esprimo questo mio punto di vista per diverse ragioni. In primo luogo, come uomo alla guida di un’azienda che tanto investe e tanto ha investito nello sport più amato dagli italiani, non posso nascondere una forte preoccupazione per l’evidente svilimento e le inevitabili conseguenze economiche che questo comporterà a tutto il mondo del calcio.
Ma, dopo anni che vivo in Italia circondato da tanti amici e colleghi italiani che seguono il calcio con profonda e sincera passione, credo ci sia dell’altro su cui vale la pena soffermarsi. Ci sono sport, come il wrestling, in cui chi guarda sa che ha di fronte un evento spettacolare studiato in ogni dettaglio per esaltare gesta che hanno dell’incredibile e che, infatti, credibili non sono. Chi guarda una partita di calcio però non si aspetta questo. C’è un patto di fiducia che lega il tifoso alla sua squadra e questa lealtà non può essere tradita senza distruggere il capitale più prezioso di uno sport così amato: la passione di chi tifa e la credibilità di chi gioca. La televisione è parte integrante di questo patto e in questo ruolo, particolarmente sentito da Sky vista la fiducia di milioni di abbonati e la rilevanza degli investimenti sostenuti in questi anni, non può accettare che venga meno la condizione che le straordinarie emozioni che una partita di calcio sta regalando, e che i nostri giornalisti raccontano, siano autentiche. Il primo piano di una nostra telecamera che riprende lo sconforto di un difensore, reso ancora più realistico dall’alta definizione, non può essere una messa in scena. Così come il commento dei nostri autorevoli telecronisti non può riguardare azioni il cui esito è stato già deciso fuori dal campo.
Proprio per l’autenticità di queste emozioni abbiamo investito in questi anni miliardi di euro per acquisire il diritto a trasmetterle ed è per lo stesso motivo che i nostri abbonati pagano un abbonamento per poterle seguire in diretta. Senza questo circolo virtuoso, che alimenta il sistema calcio garantendo le risorse necessarie ad accrescere la competitività del campionato e la sua spettacolarità, il calcio non ha futuro. E questo è ancora più grave in un paese come l’Italia in cui il forte e crescente indebitamento delle squadre e l’assenza di investimenti per garantire stadi nuovi e moderni rendono di per sé faticoso lo sviluppo dell’industria del calcio.
C’è inoltre da dire che, in attesa che la magistratura faccia il suo lavoro e finalizzi inchieste che attualmente sono in corso, le reazioni degli organi competenti e di controllo non sembrano al momento sufficienti a tranquillizzare i tanti tifosi e a ribadire la ferma intenzione di voltare definitivamente pagina. Chi ha in mano le sorti e il futuro di questo sport dia un serio e inequivocabile segnale di discontinuità rispetto ad un passato, già fin troppo generoso di scandali e partite truccate. Solo così, un partner come Sky potrà continuare a garantire ai suoi telespettatori lo spettacolo del calcio e, grazie a milioni di famiglie nostre abbonate, assicurare al calcio italiano i due terzi dei suoi introiti complessivi».
Tom Mockridge
Fonte: Corriere della Sera
La Redazione
A.F.
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