È già capitato due volte, a Paolo Cannavaro: nel debutto in campionato con il Bologna al San Paolo e nella trasferta di Verona contro il Chievo, le prime tappe del promettente cammino del nuovo Napoli di Benitez. Gli azzurri hanno vinto entrambe le partite e dato spettacolo anche senza il loro leader, degradatoin questo avvio di stagione da Don Rafa e costretto ad accontentarsi dunque di un ruolo di secondo piano. Da titolarissimo a riserva: il più pesante e amaro dei passi indietro. Cannavaro ha fatto buon viso a cattivo gioco, continuando comunque a fare il capitano (non giocatore) quantomeno nello spogliatoio. Dopo la vittoria con il Bologna è stato il primo a fare i complimenti ai compagni con un tweet. «Tutti bravissimi: un altro 3-0 al debutto come l’anno scorso». Ed è stato sempre lui a tirare su il morale di Higuain con una battuta, dopo l’incidente in barca a Capri dell’argentino. «Lascia perdere i tuffi: sono roba per noi napoletani, gente di mare ». Ma l’inevitabile malumore del difensore è trapelato lo stesso ed è stato ingigantito dall’eco che sta avendo il suo momento molto negativo nell’ambiente. Ieri s’è sparsa addirittura la voce, naturalmente infondata, di una clamorosa esclusione di Cannavaro dalla lista Champions: di cui invece il giocatore nato alla Loggetta è uno dei punti fermi, inserito tra i quattro prodotti del vivaio previsti per ogni club dall’Uefa. È stato invece concreto l’interessamento del Milan per il difensore sul mercato, respinto però dalla società azzurra con un rifiuto nelle ultime ore di frenetiche trattative. Il Napoli non si è voluto privare del suo capitano, anche perché nel frattempo erano andati in fumo gli assalti ad Astori (no finale di Benitez) e soprattutto con il Liverpool per lo slovacco Skrtel: trattenuto dagli inglesi almeno fino a gennaio, quando De Laurentiis ci riproverà. Intanto tocca a Cannavaro, però, la cui parentesi da capitano non giocatore durerà probabilmente ancora per poco. Don Rafa potrebbe infatti affidarsi a lui già nella prossima partita di campionato con l’Atalanta: un po’ per necessità di turn over, un po’ per gli impegni dei tanti nazionali e pure perché il reparto arretrato non è piaciuto del tutto, nella trasferta di domenica scorsa a Verona. Benitez non ha alcuna preclusione nei confronti del giocatore napoletano e conta su di lui, anche se finora gli ha preferito l’ottimo Albiol e il meno convincente Britos. In difesa la concorrenza è aperta, come negli altri due reparti. Saranno solo il lavoro settimanale e il rendimento in gara a fissare le gerarchie. Pure Cannavaro avrà dunque le sue possibilità, appena avrà memorizzato i nuovi codici di Don Rafa nella difesa a quattro. Il tecnico spagnolo pretende dai suoi marcatori centrali — da sempre corazzieri — solidità nel gioco aereo e grande lucidità nei disimpegni, col divieto quasi assoluto per i lanci lunghi che sono invece una specialità del capitano. Ma forse la sua esclusione iniziale è stata dettata anche dalla necessità di Benitez di dare un segnale allo spogliatoio: azzerando le vecchie gerarchie. Perfino chi indossa i gradi può restare fuori. Il posto bisogna conquistarselo.
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