Può una semplice notizia delle ultime ore, scagionare un uomo recentemente bersagliato da più fronti? Riformulo la domanda; può una semplice scelta condizionare la credibilità di u allenatore? Da quel che dimostra la storia recente si: e poco importa se gli allenatori si chiamano Mazzarri o Leonardo, finiti a turno, nell’occhio del ciclone per vari motivi. Il primo fu protagonista di una querelle iniziata a Febbraio e terminata, soltanto, poche settimane fa; il secondo invece è l’imputato che in un certo qual modo, potrebbe, forse, definitivamente assolvere il comportamento, reticente, di Mazzarri. Come direte voi; presto detto. Arrivarono da più parti voci che parlavano di un malumore latente tra il tecnico toscano ed il presidente De Laurentiis, una bomba che di li a poco avrebbe potuto deflagrare, sollevando un copioso polverone. Idee non collimanti e punti di vista divergenti sul come allestire la prossima squadra impegnata nella grande Europa. Quando il divorzio sembrava scontato, ecco che arrivò il clamoroso dietrofront: “Mazzarri resta!” Il clamore di tale riconferma sollevò numerosi interrogativi e dubbi, basati sulla paura, secondo alcuni, del tecnico di restare senza squadra, e quindi ritrattare le proprie considerazioni, precedentemente esternate.
Difetto di comunicazione, carattere schivo e un pizzico di “eremitismo” e burberità; sono, appunto, ciò che accusavano al tecnico del Napoli alcuni media. Sintomatiche che adducevano al tecnico le reali intenzioni di cambiare aria nascondendosi dietro un velo di silenzio, senza tuttavia attendere smentite o conferme da parte del diretto interessato; in quel periodo il Napoli giocava una partita fondamentale, che lo avrebbe portato ad acquisire la qualificazione in Champions. La fortuna volle che non si lasciasse condizionare dalle voci provenienti, tanto dal Nord e tanto dalla stessa Napoli; una questione spinosa che avrebbe meritato di esser trattata con maggior cautela. E invece no, “il tradimento” del mister era in prima pagina;mai il Napoli negli ultimi anni aveva ricevuto tanto interesse … Ribadendo ancora una volta, come fatto in alcuni nostri articoli, che il comportamento del mister non fosse esente da colpe, ed essendo la nostra intenzione, non quella di assolverlo; ci sentiamo tuttavia in dovere di evidenziare come egli fosse divenuto, illo tempore, primo attore di una campagna mediatica senza precedenti: da Torino a Milano; non mancarono voci di alcuni colleghi, provenienti da Napoli, che nella diatriba societaria, preferirono schierarsi con il più forte, il presidente.
E’ corsa voce, nelle ultime ore, che il tecnico dell’Inter, Leonardo fosse intenzionato ad accettare i petroldollari della scrivania da dirigente sportivo, che gli offrirebbe il Paris Saint Germain. Nulla da eccepire visto il recente trascorso da dirigente milanista del ex tecnico del Milan; compito ricoperto alla grande portando, nell’ordine, a Milano gioielli come Kakà, Pato e Thiago Silva. La nota stonata della vicenda è che la trattativa è nata sotto traccia e comunicata ai media quando i giochi erano ormai, fatti. Una sorta di tradimento quindi, tuttavia nascosto bene sotto la faccia da bravo ragazzo, disponibile con tutti ma fermo e risoluto nelle proprie decisioni: “l’abito non fa il monaco”, mai detto fu più veritiero. Comportamento molto diverso da Mazzarri che non volle dare garanzie in merito ad una sua scontata riconferma certa per non apparire ipocrita e falso agli occhi dei tifosi; diametralmente opposto il modus operandi del brasiliano che ancora una volta deluderà i tifosi milanesi, sponda interista nella fattispecie. Ad “assolvere parzialmente” Leonardo, è anche il modo di gestire l calcio italiano, fatto di dubbi, ipocrisia; dove tutto deve essere nascosto e si nega. Perfino l’evidenza dei fatti: e qui l’evidenza dei fatti si chiama “UGUAGLIANZA”. Per riprendere l’interrogativo, posto all’inizio dell’articolo , sorge spontaneo chiedersi: quanto differiscono i comportamenti di un Mazzarri accusato di aver tramato all’ombra del Napoli, ambendo a panchine prestigiose come quella juventina o giallorossa, è di un Leonardo che saldamente al comando del bolide nerazzurro, sognava il grande salto?
Ciò che infastidisce è la costante attenzione, l ripetiamo, riservata al Napoli negli ultimi mesi, differente da quella che sta vivendo Milano negli ultimi giorni. Leonardo è recidivo: amato dai milanisti, deluse gli stessi scegliendo l’Inter; benché la storia tenda a ripetersi, sembra passare inosservato un comportamento che meriterebbe di esser trattato alla stregua di quello riservato a Mazzarri. Più facile schierarsi contro una potenza nascente, piuttosto che scomodarne una ben consolidata nel panorama italiano ed europeo. Non chiediamo un processo all’allenatore Leonardo, ma un trattamento pari a quello stilato per l’uomo Mazzarri; che sia arrivata l’occasione buona, per Walter, per riabilitare la propria immagine? Che sia, finalmente, arrivata la volta buona, per dare un calcio al finto perbenismo Made in Italy? Che sia arrivata l’occasione giusta per allontanare da Napoli i cattivi effetti di una cattiva informazione?
Servizio a cura di Francesco Gambardella
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