Minuti di fibrillazione e attese da scandire immaginando di potergli strappare un autografo o una fotografia da custodire come cimeli. Era questa l’atmosfera che si respirava ieri, tra gli addetti ai lavori dell’Hotel Royal Continental, presi dagli ultimi preparativi per accogliere l’arrivo di Diego Armando Maradona. L’ex capitano del Napoli, Diego Armando Maradona, è arrivato in Italia, proveniente da Dubai, ed è sbarcato a Fiumicino intorno alle 13,30. Ad attenderlo il suo legale, Angelo Pisani, che lo assiste nel contenzioso con il fisco. Pisani ha spiegato di aver chiesto un incontro con il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, a cui Maradona intende illustrare le ragioni della sua innocenza nei confronti del fisco. Nessun incontro è stato fissato con Agenzia delle entrate o Equitalia. Secondo l’Agenzia delle entrate il debito di Maradona con il fisco sarebbe di 37,4 milioni. Secondo i legali che lo assistono, non avrebbe più pendenze tributarie.
Suite presidenziale, trattamento Vip ed un piano, l’ottavo, riservato al Pibe de Oro per il suo soggiorno vissuto dai più anziani dell’albergo come «il ritorno a casa del campione». Ed un ritorno, lo è stato perché quelle stanze sono le stesse che ospitarono il calciatore argentino durante il suo primo soggiorno napoletano, nel 1984. «Rimase per alcuni mesi qui da noi e ricordo le grandi tavolate a cui partecipava con i suoi familiari, si era creato quasi un clima di amicizia ed una volta il cognato cucinò con le nostre pentole una pietanza argentina – racconta un cameriere – oggi gli abbiamo riservato lo stesso identico tavolo di 29 anni fa e per noi che lo abbiamo visto ragazzo l’emozione del suo ritorno è ancora più forte».
I pensieri di chi ha vissuto uno dei miti del calcio italiano, nel momento della sua adozione partenopea e della sua maggior gloria, si mescolano a ricordi e aneddoti del passato come quando «tutti in albergo volevano farsi la foto con Maradona che non esitava a concedersi – dice un direttore di sala – scatenando la rabbia del suo procuratore che gli vietò di farsi fare scatti in compagnia per timore che le foto venissero vendute e commercializzate». «Sono ansioso di vederlo ed anche se professionalmente manterremo la massima discrezione senza chiedere nulla – confessa uno degli inservienti dell’albergo – la speranza di ricevere un autografo c’è sempre». Poco prima dell’arrivo tanto atteso, l’emozione era palpabile e quasi tangibile nell’aria anche se nessuno degli addetti ai lavori mostrava segni di cedimento sull’eventualità che il cuore di tifoso potesse prendere il sopravvento. «È una vera fortuna poter lavorare qui oggi ed assistere ad un evento unico e invidiato da tanti appassionati di calcio in tutto il mondo – dice una donna delle pulizie – i miei figli al telefono non ci potevano credere». Ma la sorpresa percepita dai lavoratori è stata condivisa anche dagli ospiti dell’Hotel, all’oscuro della venuta di Maradona e travolti dalla curiosità e dall’entusiasmo generale. «Dovevamo andare via dopo pranzo ma ci siamo trattenuti quando abbiamo capito che stava arrivando l’idolo azzurro, anche solo vederlo a pochi centimetri di distanza da noi è un’occasione che non volevamo assolutamente perdere» dicono Laura Tremante e Angela Tuccillo, reduci da una conferenza di lavoro ospitata in una delle sale al piano terra. «Veniamo da Reggio Emilia, simpatizziamo per la Juve ma consideriamo Maradona un vero mito» dicono Filippo Borgatti e sua moglie Ursula, arrivati a Napoli per un convegno medico. E mentre tutto era pronto, dallo champagne alle ceste di frutta sistemate nella lussuosa stanza panoramica, Maradona è entrato nella Hall tra i flash dei fotografi e le urla dei tifosi.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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