Prendi una splendida vista sull’Oceano Atlantico, un pc che a stento funziona, l’amico Luca Oliva (juventino) che ti ospita e ti presta il suo, uno streaming di fortuna, e hai il Napoli-Genoa di Gian Marco Gallo. Ventidue anni, da sei mesi a La Coruña, Galizia, Spagna, per il progetto Erasmus (studia Lingue). Originario di Guardiagrele, in provincia di Chieti, la “malattia” gli è stata tramandata di generazione in generazione, insieme al sangue, dal nonno di Acerra passando per il padre. Dice che tifare Napoli da così lontano vuol dire combattere con streaming che saltano quando sta attaccando il Napoli e pub che preferiscono trasmettere partite insignificanti. È la rivendicazione sociale di un intero popolo che da quegli 11 ragazzi si aspetta di essere riscattato da decenni di calunnie e luoghi comuni. La partita inizia sotto una cattiva stella: Luca ha scommesso sul Genoa. Al gol di Higuain Gian Marco “picchia” lo juventino per sfogare la tensione: c’è sempre un buon motivo per farlo. Ma Luca provoca, e gufa. E con lui centinaia di tifosi di altre squadre «che chissà perché ce l’hanno con noi». Calaiò va in gol. Pareggio: siamo nati per soffrire.
Fonte: Il Mattino.
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