Ecosostenibili, poco costosi, polifunzionali e a misura di famiglie, ma soprattutto sempre aperti: perchè lo stadio che verrà sarà fatto non solo per segnare. Una bozza dell’emendamento di governo alla legge di Stabilità delinea infatti la strada per una nuova geografia dell’impiantistica italiana, garantendo tempi certi e rapidi. L’abbattimento delle lungaggini burocratiche permetterà agli enti locali di avere risposte entro 14 mesi, e consentire alle società sportive di gettare le basi dei nuovi impianti. Una dozzina nella sola serie A di calcio i club che puntano a costruire o rifare il look allo stadio. L’emendamento, che il premier Enrico Letta aveva annunciato al Coni e ribadito dal vice primo ministro Angiolino Alfano in Lega calcio, porterebbe, secondo alcune fonti, ad investimenti da parte di privati per otto miliardi di euro nei prossimi quattro anni e riguarda tutti gli impianti a partire da strutture da 500 posti indoor a 2000 all’aperto. L’intervento, se passerà con la legge, prevede costruzioni ex novo, ma anche ammodernamenti di quelli esistenti, considerando che l’età media è di 62 anni. Finora i tempi per le autorizzazioni (che anche in base all’emendamento rimangono di pertinenza assoluta degli enti locali, e non prevedono deroghe) sono stati decisamente più lunghi: la Juventus, l’unica tra le squadre di A ad avere lo stadio di proprietà, ha dovuto attendere sette anni per avviare i lavori per lo Juventus Stadium, dieci l’Udinese per poter avviare il restauro del Friuli e ottenerne la concessione per 99 anni. Uno studio della Figc sull’ «Impatto economico e sociale dell’impiantistica» sostiene che l’ammodernamento degli impianti sportivi incide dal punto di vista economico, della sicurezza, della qualità della vita.
Fonte: Il Mattino
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