Si riparte, ancora una volta e nonostante tutto. Archiviate a fatica le cocenti delusioni del recente passato, e riposto in freezer quell’alone di incertezza e scetticismo che inevitabilmente ha accompagnato i primi mesi di vita del nuovo progetto, i supporter partenopei hanno risposto presente alla chiamata alle armi della Bpmed Napoli. Ed alzi la mano l’arrogante di turno pronto a dire “mi sarei aspettato qualcosa di più” o “si ma dobbiamo aspettare ancora qualche mese”, perché alla neonata società partenopea, è già riuscito il primo miracolo: riportare tanti spettatori ed entusiasmo al PalaBarbuto. E pazienza se sarà passato inosservato rispetto alle mirabolanti imprese calcistiche partenopee in Champions, perché non era impresa da poco far riaccomodare 1000 (forse più) tifosi, ancora feriti ed affranti dai passaggi in rapida successione degli uragani Maione, Papalia e Cirillo, al PalaBarbuto in occasione dell’esordio stagionale casalingo con Pavia. C’è voluto una sana dose di lungimirante caparbietà griffata Salvatore Calise, ed un pizzico di follia targata Ambrosino-Cacciapuoti-Bartocci, per innescare un effetto domino positivo che ha portato attorno al Napoli Basketball, idee brillanti, sponsor e quindi quattrini. Il tutto, nonostante i mugugni ed i rimbrotti di tanti scettici, divisi tra il partito dei “non arrivano a dicembre” e dei “ma come può una società seria avere come presidente un giornalista?”. Lo splendido colpo d’occhio offerto domenica dal PalaBarbuto, è un dato di fatto inconfutabile al pari dell’ottima prestazione sciorinata dagli uomini mandati in campo da coach Bartocci. Niente di epocale, intendiamoci, ma come sottolineato a fine match prima dal presidente Calise, e poi da Bartocci stesso, “un risultato di pubblico ed entusiasmo andato oltre ogni più rosea previsione”. Un segnale chiaro di un disgelo che solo le vittorie ed il divertimento offerto di volta in volta potranno agevolare, attirando sempre più attenzioni attorno ad una società che fa della comunicazione il proprio cavallo di battaglia. Un valore aggiunto mancato al folle Papalia due stagioni orsono, e mai pervenuto all’ombra della “sfinge Cirillo” nella passata (dis)avventura. E poi? E poi c’è il gioco spumeggiante ed aggressivo proposto da coach Bartocci, vecchia gloria indimenticata del basket partenopeo, voluto sulla panca della Bpmed a garanzia di un progetto decollato definitivamente pochi giorni dopo la firma di quello che era stato lo storico assistant coach di Pietro Bucchi negli anni dei trionfi napoletani targati Carpisa. Un gioco duro, poggiato sulla prepotenza fisica nel pitturato della strana coppia Iannilli-Gatti, con il primo praticamente a fare da boa d’esperienza per i compagni, ed il secondo, chirurgicamente mortifero al tiro dalla distanza risultato già decisivo alla prima occasione. Un gioco reso imprevedibile dalla duttilità sul perimetro di Musso, Rizzitiello e del giovane scugnizzo di Sant’Anastasia, cresciuto cestisticamente a Siena, Nunzio Sabbatino, altro acquisto di sontuosa intelligenza mediatica piazzato dal diesse Ambrosino nel torrido mese di agosto. Un piano tecnico completato dalla solidità in regia di Lenardon, dalla verticalità di Rotondo e dalla fresca intraprendenza degli altri under, Mariani, Bastone e Guastaferro, chiamati in causa per garantire minuti di break di qualità e sostanza agli illustri ed esperti titolari. Una formula perfetta da perfezionare attraverso dure sessioni di allenamento durante le quali la parola d’ordine sarà: “Dare il massimo, sempre e comunque”. Ed ora non resta che proseguire su questa strada cavalcando l’onda dell’entusiasmo generata dalla decisione federale di aumentare da 1 a 3 il numero di promozioni in Legadue per via del pasticcio regolamentare che ha portato Venezia in serie A. Un segno del destino piovuto dal cielo proprio al momento giusto. Il ghiaccio si sta ritirando, al PalaBarbuto la palla a spicchi ha ripreso a rimbalzare.
Fonte: PallacanestroNapoli.it di Nicola Alfano
E.D.P.
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