Non è stato un mese perso, dai due ritiri il Napoli esce con il fascino dei suoi enigmi. Ne sono almeno 7. Hanno la grazia indefinita della vocina di Spalletti. Con il più rassicurante dei sorrisi finge di elogiare la società. “Sa com’è difficile e sa quello che bisogna fare”. Traduzione: sollecita gli acquisti per chiudere un cantiere in disordine a presentare una delle 4 candidate alla Champions. In questo paradosso chiamato Napoli, si delineano due punti fermi. La squadra rottama i passaggi corti e orizzontali, sono finalmente spariti i retropassaggi, tende a giocare in velocità e in verticale. Si era capito subito. Secondo, il centro di gravità è l’asse Osimhen-Insigne, uno scatta nella profondità l’altro gli rifinisce l’ultimo passaggio, anche ieri il purosangue brado dalla criniera gialla è andato subito in gol. 1) Se questo è vero, c’è il primo enigma. Il caso Insigne. Da un mese si discute sul nulla. Si è confermata una notizia finta: l’appuntamento di Castel di Sangro. Finiti gli annunci dell’incontro, cominciano le indiscrezioni con soffiate suggestive. Manca la domanda chiave che ancora nessuno pone al presidente: Insigne, aldilà delle cifre che girano come nuvolette di zucchero filato, fino a che punto è utile, il Napoli può farne a meno? 2) Qui entra in scena Spalletti. Risponde con i fatti: sta impostando il Napoli su Insigne come regista avanzato di una squadra a Osimhen il doppio ruolo di apripista in velocità e se possibile bomber. 3) Con Insigne elemento strategico di Spalletti, il Napoli si limita a leggere le voci che convergono sul capitano. Legge e tace. Perché sa la verità. Non teme, per ora. Non c’è una offerta concreta dell’Inter perché Inzaghi gioca con il 3-5-2, modulo che sacrificò Insigne nella sciagurata Nazionale di Ventura. 4) Anche le voci su Atletico Madrid e Totthenam volano come farfalle stordite dal sole: i due club giocano oggi la prima con Celta Vigo e Manchester City. Sono disposte ad aspettare oltre? 5) Spalletti fa capire che gli piace Insigne anche inseguendolo con manata dopo la sostituzione. E Insigne si sente felice di ritrovare dopo Wembley il suo Napoli e di guidarlo. 6) Facile prevedere che di rinnovo non parlerà per molto tempo con il presidente. I due non sanno da dove cominciare, e chi deve aprire la trattativa. 7) Il grande enigma è l’ultimo. Quello del 31 gennaio. Insigne potrà firmare con un altro club. Immaginate la scena: bussa alla porta un signore e domanda al Napoli. “Lorenzo è nostro, ce lo date subito o il 30 maggio prima dei mondiali in Qatar?”.
Fonte: Antonio Corbo per Il Graffio di Repubblica
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