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L’editoriale di Chiariello: “Una vittoria fortunosa, ma voluta fino alla fine. Raspadori? Mi ha ricordato Paolo Rossi”

Nel suo consueto editoriale post partita il giornalista Umberto Chiariello ha fatto il punto in casa Napoli analizzando la bella e importante vittoria contro la Juve. Ecco le sue parole:

Sette palle gol della Juve, pulite pulite. Tre di Vlahovic nel primo tempo: colpo di testa, imbucata, palla rubata a Traoré e a porta quasi vuota la mette fuori. Nella ripresa altra imbucata, sempre nella zona di centrodestra, parata di Meret. Un’altra palla gol clamorosa, sempre nel primo tempo, di Iling-Junior e una di Cambiaso, che è riuscito a sbagliare l’impossibile. Alla fine Rugani si mangia il pareggio. La Juve più produttiva dell’anno, squadra rimaneggiatissima, persino aggressiva come mai ha giocato in stagione, ha trovato però un Napoli coraggioso. Un Napoli, che pur sapendo delle sue debolezze difensive, ha giocato al calcio e ha ritrovato antichi concetti smarriti: difese preventive, aggressioni e riaggressioni alte, catene che lavorano incessantemente per liberare un uomo al cross e poi il genio del calcio. Il collezionista di gialli, ma non legge i thriller, li procura in campo: Khvicha Kvaratskhelia. Ne ha fatti ammonire due immediatamente, è stato imprendibile e ha trovato un gol con una coordinazione pazzesca facendo finire dentro la porta, lui e il pallone”.

Chiariello ha poi proseguito: “E’ una vittoria fortunata? Si! Fortunosa? Anche, ma voluta fino alla fine. E non è un caso che firmare il gol vittoria è Raspadori, colui che sancì l’apoteosi dello scudetto dell’anno scorso tirando tra le gambe di Szczęsny quel gol vittoria. Raspadori è un ragazzo di un’intelligenza e di una cultura calcistica e personale fuori dal comune. E’ quello che quando Calzona gli dice ‘Te la senti di giocare lì’, risponde: ‘Mister, io sono a disposizione della squadra. Scelga lei, dove mi vuole io gioco’. Totalmente a disposizione del gruppo e il gol è da attaccante vero, mi ha ricordato Paolino Rossi nella finale del Mondiale ’82. Sul rigore di Osimhen, Raspaodori parte da fuori area di rigore, come parte il tiro di Osimhen lui incomincia a correre come un treno, supera Anguissa e Di Lorenzo che erano davanti a lui e di sinistro la mette nel sette. Sono gol da attaccante nella testa prima che nelle gambe.

Con questa vittoria il Napoli risale dal decimo sciagurato posto a cui ci aveva lasciato Mazzarri, che nella sua gestione orfano di Osimhen aveva fatto undicesimo, al settimo posto e quindi in zona coppe. E per di più l’Atalanta, che sembrava un treno inarrestabile è crollata, tre partite un punto.

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