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L’editoriale di Chiariello: “Si ripartirà con il calcio a porte chiuse, anche se la ripartenza sarà molto difficile”

Il giornalista Umberto Chiariello è intervenuto ai microfoni di Canale 21, nella trasmissione Campania Sport con il suo solito editoriale:

La storia sovviene in certi casi. Nella notte del 10 gennaio del 49 A.C. Giulio Cesare, contro il volere del Senato romano che imponeva di non oltrepassare i confini, decise di attraversare il Rubicone e di scendere a Roma; famosa la locuzione latina Alea iacta est, ovvero il dado è tratto. Ciò mi viene in mente quando l’altro giorno ho intervistato il professor Ricciardi che ha dichiarato che si può ripartire con un protocollo rigoroso ma con attenzione ai bacini di rischio. Quindi si può prendere in considerazione di giocare sotto la linea del Rubicone Non vorrei che questa affermazione desse via alla guerra civile del pallone“.

INon vorrei che spaccare l’Italia in due tronconi potrebbe far alzare le barricate ai grandi club del Nord per difendere i propri interessi. Secondo un altro importante infettivologo fiorentino bisognerebbe mettere tutti i giocatori e gli addetti ai lavori, 1500 persone, sotto una campana di vetro, per produrre calcio per 3 mesi senza correre particolari rischi”.

Da più parti l’obiettivo è far ripartire il calcio ed ormai, vista la discesa della curva pandemica, si potrebbe addirittura iniziare il 27 maggio con le semifinali di Coppa Italia di ritorno ed il Napoli in pole position. Secondo l’UEFA si potrebbe poi anche giocare la Champions ad agosto per poi riprendere la nuova Champions. Sono tutte ipotesi, ma che si riparta sembra acclarato e non sono d’accordo con i moralisti che dicono che non si rispettano i morti, questo è un moralismo d’accatto. Si rispetta chi ha perso la vita facendo il proprio lavoro, il proprio dovere e rispettando le restrizioni. Sarà calcio a porte chiuse in ogni caso, con il problema delle tv che chiedono uno sconto per le varie disdette in corso alle pay-tv e il taglio degli stipendi delle società. Sarà una stagione frastagliatissima con partite ogni tre giorni. Insomma è una ripartenza che mostra ancora tantissime cose da mettere a punto, ma che sembra possibile, perché siamo stati tutti quanti abbastanza bravi a rispettare le restrizioni tranne alcuni casi”.

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