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L’editoriale di Chiariello: “Non tutto è finito, il Napoli è tornato. Ora c’è di nuovo il ‘noi’, questa squadra può battere la Juve”

Attraverso il suo consueto editoriale su Canale 21 su Campania Sport il giornalista Umberto Chiarello ha analizzato la vittoria del Napoli a Reggio Emilia. Ecco le sue parole:

Il Napoli è tornato, ci ha messo ben 26 partite per ricordarsi come si gioca al calcio. E’ evidente che in questo momento il Sassuolo è una squadra totalmente in crisi e rischia seriamente la retrocessione, che non si può presentarsi in panchina con un esordiente che non conosce la Serie A come Bigica, ma se vogliamo spiegare il 6-1 del Napoli solo con la debolezza dei neroverdi sbagliamo. Perché il Napoli ha ritrovato i principi di gioco: aggressione immediata, riaggressione sulla palla persa, due linee da quattro strette con Traorè e Osimhen in pressione sui portatori sulla prima linea di pressing. La catena di destra di nuovo devastante: Di Lorenzo tornato ad essere ad altissimo livello e Politano, che dopo il gol sbagliato di Cagliari, si dimostra un uomo nel cervello prima che grande calciatore, con due assist straordinari per Osimhen

Il giornalista ha poi proseguito partendo dall’inizio:

“Era cominciata male, perché dopo un inizio molto buono del Napoli, il Sassuolo è passato inopinatamente in vantaggio con un tiro a giro incredibile, che sembrava destinato ad uscire ed entrato proprio sul palo lontano. Un gol che poteva spezzare definitivamente le gambe al Napoli ed invece, un po’ per insipienza del Sassuolo, un po’ perché il Napoli faceva girare la palla velocemente, si sono riviste tutte le cose che questa squadra sapeva fare ed aveva smarrito. E’ ovvio che aver spezzato le reni al Sassuolo non deve indurre a nessuno entusiasmo, però almeno si può dire che c’è un terzo di campionato da giocare dove il Napoli è tornato. Calzona aveva il compito di rispolverare quello che questo Napoli sapeva fare con Sarri e Spalletti e che aveva smarrito del tutto, perché due tecnici lontani mille miglia da questi principi di gioco avevano totalmente imbambolato la squadra. I calciatori ci avevamo messo del loro, ormai si erano trincerati nell’io e non nel noi. Con il Sassuolo una sola volta ho visto arrabbiarsi Calzona: quando i compagni in campo si sono rimbeccati per una palla sbagliata. E’ il noi che torna ad essere un concetto prevalente.

Se il Napoli è almeno in parte quello di Reggio Emilia, non tutto è finito. Perché la Juventus si può battere, questo Napoli è molto più bello della Juve. Abbiamo atteso tanto e troppo, ma potevamo mai pensare che Kvara, Osimhen, Lobotka, Di Lorenzo e tutto il cucuzzaro fossero diventati dei brocchi, come qualche trombone sfiatato va dicendo in città per sminuire la grande impresa dell’anno scorso. No! Noi di tromboni sfiatati non è abbiamo bisogno, abbiamo bisogno di una persona seria come Calzona che si è messo a lavorare di punto buon per restituire alla testa prima che alle gambe principi che si erano smarriti. Questo Napoli può battere la Juve, il Torino e andare a Barcellona facendo progressi. Col Sassuolo è un punto di partenza”. 

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