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Le vacanze in Cilento, la famiglia Russo e il coro su Higuain…

I croods partenopei e la formazione del Napoli che scandisce le vacanze

IamNaples.it dà spazio ai racconti sulla passione azzurra, alle storie inviateci all’insegna dell’ironia sul Napoli che il nostro affezionato lettore Fabrizio Aloj che ha voluto descriverci le sue vacanze estive, sempre nel segno dell’affetto per gli azzurri:

Sono da poco tornato dalle mie vacanze estive che, come ormai d’abitudine, da qualche anno a questa parte passo con la mia famiglia in una splendida località del Cilento. Sole, mare e rilassamento totale, questi i miei obiettivi vacanzieri, sognando sempre la stessa scena…i miei figli che giocano tranquillamente in riva al mare, mia moglie che sorridente mi porge una granita al caffè ed io che sprofondato nella mia sdraio, inizio ad assaporarla tirando pigramente dalla cannuccia mentre sfoglio il mio quotidiano sportivo preferito. Ebbene, nulla di tutto questo si è mai realizzato, il mare ed il sole non hanno mai tradito le attese, quello che è sempre mancato è stato il rilassamento totale o anche parziale e questo grazie a coloro che negli ultimi cinque anni sono stati i miei vicini d’ombrellone…la famiglia Russo, una sorta di Croods partenopei.  Antonio è il capofamiglia, di professione salumiere, si contraddistingue per la sua invadenza e per la totale mancanza di tatto e moderazione. Tifosissimo del Napoli al punto tale da chiamare i suoi due “gemellini”, ma sarebbe più opportuno dire porcellini vista la somiglianza con il loro genitore, Diego ed Armando. I due mangiano praticamente sempre grazie a Rosa, la mamma, obesa come il resto della famiglia, che sembra essere al mondo per un unico scopo…sfamare i tre maialini di casa. Di solito, le mie ansie prima della partenza non sono per il lungo viaggio in auto, per l’inevitabile coda sul vialone di Battipaglia, per la campagna acquisti del Napoli o per le previsioni meteo, quello che temo veramente è rivedere la famiglia Russo. Ricordo ancora il primo incontro con Antonio, ero steso sul mio asciugamano spalle al sole quando all’improvviso sopraggiunse l’ombra, sentii battere vigorosamente sulle spalle, mi girai e vidi un paio di enormi lenti azzurre, era lui, mi strinse la mano vigorosamente e con voce baritonale esclamò: “Piacere, Russ Andonio” condito da un intenso odore d’aglio. Presto la mia attenzione si spostò sui figli, intenti a finire un panino gigante imbottito di parmigiana di melanzane che Rosa aveva estratto dalla “valigia” termica di famiglia. Ogni anno spero di non averli come vicini d’ombrellone, cosa che invece capita puntualmente. La notte che precede il mio primo giorno al lido è di solito lunghissima ed anche quest’anno non sono riuscito a chiudere occhio. Come un incubo mi sono tornati in mente gli episodi che durante gli ultimi anni, hanno contribuito a rovinarmi le vacanze, come quel ferragosto di due estati fa quando i “gemellini”, spinti dal padre, mi fecero un gavettone vuotandomi addosso un intero guscio d’anguria colmo d’acqua gelata e di un numero impressionante di semini, prima ingeriti e poi sputati dai quattro, deduzione a cui giunsi dopo aver constatato che molti, stranamente, puzzavano d’aglio. Per riuscire a dormire cercavo di pensare ad altro, ma niente, la famiglia Russo ha avuto il sopravvento, dimostrando ancora una volta tutta la sua invadenza. Dopo una notte insonne, arrivato al lido con la mia famiglia, sono stato accolto dal direttore nel suo improvvisato ufficio per i saluti di rito, poi ci siamo avviati verso l’ombrellone in prima fila da noi prenotato. Il momento decisivo era ormai giunto, non vedevo l’ora di scoprire i nuovi vicini con la speranza che fossero appunto…nuovi. Alla nostra sinistra una giovane coppia con bimba di pochi mesi, a destra una famiglia tedesca, e dietro una coppia di anziani…ma l’altro, l’ultimo ombrellone vicino, era pericolosamente chiuso. Appesa ad una delle stecche avevo notato una targhetta, probabilmente recante il nome della famiglia che l’aveva prenotato. La tentazione è stata forte e ho ceduto subito, mi sono avvicinato e l’ho afferrata, ma la scritta era piccolina, non avevo gli occhiali e la mia presbiopia non mi permetteva di decifrare i caratteri, tranne il primo, un po’ più grande degli altri…era una H, un altro tedesco, ho dedotto ormai felice. Sono caduto in ginocchio davanti all’ombrellone ed ho allungato le braccia in segno di vittoria come un calciatore davanti alla bandierina del calcio d’angolo dopo aver segnato un gol importante. Qualcuno, accortosi della mia esultanza, rideva divertito, anche i miei bimbi hanno fatto altrettanto, mia moglie no, mi ha sussurrato qualcosa che non ho sentito, ma ho letto chiaramente il suo labiale…”imbecille”. Felice ma stanco, mi sono seduto sulla sdraio e ho preso il mio quotidiano sportivo per leggere, finalmente in tutta tranquillità, la probabile formazione del nuovo Napoli. Ero appena arrivato allo schieramento dei centrocampisti che mi sono addormentato, ma solo per qualche minuto. Mai risveglio è stato più terribile: l’inconfondibile odore d’aglio ha confermato il terribile presagio, a non più di due centimetri di distanza da me il faccione di Antonio Russo che, con le mani ai lati della bocca, per amplificare la sua già delicatissima voce, urlava la sua formazione del Napoli stravolgendo i nomi di tutti gli undici  titolari, compresi gli unici tre italiani: ”…Rina, Abbiol, Cannavà, Maccio, Ammero, Ille, Zemai, Callon, Amsi, Insigna, Guain…”. Non ci potevo credere, speravo si trattasse solo di un brutto sogno, ma l’odore dell’aglio era purtroppo reale e s’intensificava…Antonio era passato alle riserve ed aveva concluso con un enorme boato per simulare l’esultanza del pubblico. Nonostante lo tsunami all’aglio abbattutosi impietosamente su di me, ho avuto una reazione; accorgendomi che i Russo avevano occupato l’ombrellone con la targhetta del nome che iniziava per H, ho detto ad Antonio: “Ma avete occupato il posto riservato ad un signore tedesco…” e lui, non dandomi neanche il tempo di terminare ”…ma qua signore tetesco…questo posto è mio, lo vedi o no che c’è scritto Guain!!!”. Sono tornato affranto sotto il mio ombrellone quando i Russo, Rosa compresa, mi hanno accerchiato e saltando tutti in coro hanno intonato a gran voce: “…don din, don din, intervengo da Torino, ha segnato Higuain…don din, don din, intervengo da Torino, ha segnato Higuain”.

Fabrizio Aloj

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