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Le sentenze sportive, due pesi e due misure

I giudici hanno spiegato di non aver potuto accogliere la richiesta di 1 punto di penalizzazione, avanzata dal procuratore federale Palazzi, perché altri due club (Samp e Torino) erano stati sanzionati con il -2 per responsabilità oggettiva, salvo patteggiare la pena e ottenere la pena dimezzata. C’è un tariffario e viene applicato. In maniera ottusa, perché andrebbero verificate le singole vicende e in questa il Napoli paga per uno squallido approccio che Gianello avrebbe cercato con i due compagni negli spogliatoi prima della partita con la Samp del 16 maggio 2010. Un peso e una misura rappresentano un teorico principio di equità, in questo caso sbagliato, anche perché viene preso per oro colato quello che dice un ex calciatore che si è più volte contraddetto, arrivando a parlare anche di scommesse di clan camorristici su Napoli-Parma in quella stessa stagione: queste cose Gianello le ha lette sui giornali o ne ha diretta conoscenza? E perché si è mantenuto sul generico a proposito di accordi tra dirigenti di altri club per combinare partite? Quali accertamenti ulteriori sono stati compiuti dalla Procura federale su quelle presunte rivelazioni?
Il mondo del calcio è stato squassato dalla vicenda-scommesse. Hanno pagato, e pagano, anche molti innocenti mentre alcuni calciatori sospettati continuano a giocare, come Mauri, il capitano della Lazio. Indagato per associazione a delinquere (a Cremona) e per riciclaggio (a Berna), ha fatto in primavera otto giorni di carcerazione preventiva: va in campo aspettando il processo sportivo. Ma se venisse accertata la sua colpevolezza e venisse squalificato? Bisognerebbe rimettere in discussione le partite vinte dalla Lazio, con lui in campo, quest’anno?
I giudici della Disciplinare sono certi che Gianello abbia contattato Cannavaro e Grava, venendo respinto in malo modo dopo la proposta di combine. I due difensori hanno smentito e hanno accusato l’ex compagno di diffamazione, però soltanto a distanza di un anno lo hanno querelato. Chiacchiere da spogliatoio, scherzi: così erano state prese le parole del portiere, messo ai margini da Mazzarri non perché lui sapesse che fosse uno scommettitore ma perché non lo considerava affidabile. Le parole hanno un diverso peso per i giudici della Disciplinare a proposito della partita Portogruaro-Crotone, esaminata in questo procedimento. Il procuratore federale aveva chiesto 3 anni di squalifica per l’ex allenatore del Portogruaro, Agostinelli, per illecito sportivo: litigò con il collega del Crotone, Menichini, perché quella partita del 2011 non finì in pareggio. Secondo i giudici, la reazione di Agostinelli era motivata dalla stizza per il risultato e non da intese sottobanco, finalizzate alle scommesse. Discorsi da campo, insomma, da punire con un mese, sconfessando la Procura federale, mentre Cannavaro e Grava (e il Napoli) pagano pesantemente per chiacchiere da spogliatoio. Eccoli i due pesi e le due misure.

Fonte: IL Mattino

La Redazione

P.S.

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