Lui c’era anche in Germania e può dire, col tono giusto e il modo efficace, che «stavolta è peggio del 2006». Da Daniele De Rossi non c’è una difesa corporativa, non ci sono scuse, ovviamente nemmeno accuse. C’è la presa di coscienza di un ragazzo, di un giocatore, che avrebbe voluto iniziare il cammino verso l’Europeo in un altro modo e non con tre compagni di Nazionale (Mauri prima, Criscito e Bonucci adesso) coinvolti, seppure per gradi diversi, in questa storia di calcioscommesse. «Sì, questa è peggio del 2006, anche se allora la polizia non era entrata a Coverciano. E poi ci sono gli arresti, con tanti amici, tanti ex compagni che conosco e a cui voglio bene, e la paura è che dietro tutto questo, dietro la speranza che dimostrino di essere innocenti, ci sia della verità».
MARCHIO DI FABBRICA – De Rossi apre una riflessione molto profonda. «L’immagine del nostro calcio nel mondo già non era granchè, ora sarà anche peggio. Andiamo all’Europeo con un marchio di fabbrica, tipico del nostro Paese». Il racconto di una mattinata difficile inizia con quello che gli ha detto Pirlo: «Mi sono svegliato alla solita ora, non all’alba. E’ stato Pirlo a dirmi cosa era successo. Di solito in questi casi si dice “ma è un bravo ragazzo”. E invece Criscito è davvero un pezzo di pane. Anche Mauri ha giocato con me in Nazionale e anche lui è un bravo ragazzo. Ma poi ci sono i fatti, se lo hanno arrestato…».
IN PRIMA PAGINA – Anche a De Rossi è capitato di finire in prima pagina. «Il mio agente era stato informato dalla Roma che dalla Procura era arrivata la notizia di una mia intercettazione, ma non c’entravo niente con quella storia. Però sapevo pure che sarebbe uscita lo stesso. È stato difficile per alcuni giorni mettere il naso fuori di casa e dover spiegare. Sembravano giustificazioni. Qualcuno ha cavalcato un po’ la storia, qualcuno ha solo riportato i fatti come stavano. Calciatori soggetti a rischio? Lo sono come tutti quelli che vivono in un certo mondo. Lo sono i calciatori, i giornalisti, i politici. C’è un po’ di ingenuità. A volte pensi che sia un gioco e ti ci trovi dentro. Dentro una cosa molto più grande di te». Potrebbe succedere anche a De Rossi? «A me no, a me certe cose non potrebbero capitare, ve lo posso assicurare». Criscito «era giù, ma l’ho visto già combattivo» . Mentre Bonucci riuscirà a resistere alle pressioni? «Io non sono Bonucci, quindi non posso rispondere. Ma mi sembrava sereno». Qualcuno dubita sui tempi del blitz. «Io tengo agli Europei, ma queste sono cose molto più importanti. Perchè mai lo avrebbero dovuto fare ‘a orologeria’? Per farsi pubblicità? Non ci credo. La verità è che se si parla di calcio e di galera insieme, c’è qualcosa che davvero non va. Ma con tutto il disamore, non credo che la gente smetterà di venire allo stadio».
FARINA – In questa bufera è passata quasi inosservata la visita di Farina e Pisacane, i due simboli della lotta al calcio malato, a Coverciano. Amaro il biondo giocatore del Gubbio: «Giornata peggiore per venire qui non poteva esserci…E’ stato molto difficile anche per me…» .
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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