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«Le poche reti di Insigne? Impari da Callejon e Mertens»

«Se fossi in Prandelli porterei in Brasile Cassano, ma credo che alla fine non convocherà né lui e né Insigne». Giovanni Galeone, ex allenatore di Pescara, Napoli, Udinese e Ancona, ha le idee chiare.

Cassano e Insigne sono giocatori da Mondiale?
«Si tratta di due talenti che meritano le attenzioni di Prandelli. Ma ripeto che nessuno dei due andrà in Brasile. Forse lo meriterebbe più Cassano. Non solo per la stagione, ottima, sin qui disputata, quanto perché un giocatore della sua classe è assurdo che non abbia mai partecipato a un Mondiale. Insigne è bravo e giovane, tecnicamente è più prevedibile del barese, ma avrebbe tempo per rifarsi e avrà spazio per crescere».

Eppure Prandelli convoca Insigne e tiene in considerazione Cassano.
«Lo so ma penso che alla fine sceglierà l’usato sicuro, un attaccante come Gilardino. Certo, presentarsi in Brasile con Balotelli e Cassano in attacco sarebbe straordinario: non si sa cosa ne uscirebbe, ma potrebbe essere esplosivo».

Come giudica invece il campionato di Insigne?
«Sta facendo molto bene, non pensavo si abituasse così velocemente alla serie A in una squadra importante come il Napoli. A Pescara faceva la differenza ma i difensori in serie B sono un’altra cosa. Ha imparato tuttavia in fretta, dovrebbe solo segnare qualche rete in più. Benitez ha meriti nella sua crescita: gli ha dato fiducia anche dopo prestazioni negative».

Eppure Lorenzo ha espresso il gradimento per un ruolo diverso, più vicino alla porta.
«Insigne deve imparare meglio i movimenti: anche Cristiano Ronaldo o Rooney, per fare degli esempi, si sacrificano da esterni nel 4-2-3-1, eppure segnano gol a valanga. Lo stesso dicasi per Callejon e Mertens: il loro lavoro di rientro è evidente eppure insieme hanno messo a segno 20 gol. Non è questione di ruoli ma di abitudine e maturazione».

Si è anche lamentato perché i tifosi del Napoli apprezzano più chi segna e meno chi si sacrifica come lui.
«Non è facile giocare con questa pressione: a Napoli i tifosi pretendono di più dai figli della loro terra e invece concedono più errori agli stranieri. Il talento di Insigne va comunque preservato».

Cassano, invece, sembra soffrire le grandi piazze: bene a Genova e a Parma, male a Madrid e a Milano.
«Ha fatto molto bene solo nel primo anno con la Roma, con Totti formava una coppia straordinaria. Con il Real e con le milanesi invece ha reso molto di meno. Può darsi che debba sentirsi il numero uno, a Parma e con la Samp è troppo più forte degli altri, a Madrid era uno dei tanti. Lui è come Di Natale, giocatore fenomenale che tuttavia ha bisogno di sentirsi il riferimento assoluto per giocare con disinvoltura e provare colpi unici. Totò ha fatto 260 gol tra Empoli e Udine, Cassano parimenti fa cose sublimi soprattutto quando è sicuro di sè».

Cassano ha espresso qualche settimana fa il desiderio di giocare nel Napoli: potrebbe essere l’ambiente ideale?
«I napoletani ammirano il talento, ma Cassano ha 32 anni: è tardi ormai».

Fonte: Il Mattino

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