Gli ex attaccanti azzurri a confronto sul futuro del bomber uruguaiano star del mercato:
«Cavani? Non c’è neanche da parlarne: è meglio tenerlo ad ogni costo». «Macché, come fanno tutte le grandi squadre bisogna approfittare: vendere e comprare altri». Si apre il dibattito tra i grandi attaccanti della storia del Napoli. Loro che conoscono l’ambiente, la città, il calore (talvolta anche oppressivo) dei tifosi, sono divisi sulla migliore strategia per la squadra e per arrivare all’obiettivo tanto agognato di vincere lo scudetto.
Sul fronte del no a ogni costo c’è Oscar Damiani, che oltre ad aver guidato gli azzurri agli inizi degli anni ’80, è oggi un procuratore: «Qualsiasi sacrificio vale Cavani – dice mentre è in Francia a seguire nuovi talenti – Lui conosce la città, l’ambiente, con lui e Benitez il Napoli può puntare dritto al titolo». «Non bisogna essere così frettolosi – va calmo mister due miliardi Beppe Savoldi – Il problema è la strategia della società: se si vuole puntare in alto serve sia tenere Cavani quanto prendere i soldi e soddisfare le esigenze di Benitez». «La cosa migliore è che rimanga perché è un bene per lui e per la società: lui è una certezza – ruggisce ancora o’ lione, Luis Vinicio – Cavani ha tutto, è un ragazzo che tutti ammirano non solo per essere un goleador ma anche per il contributo alla squadra, è un calciatore completo. Ed è un ragazzo buono, tranquillo che ha trovato a Napoli la sua massima espressione». «Non scherziamo – è secco Josè Altafini – guardiamo a club come Milan e Juventus, quando hai un giocatore che fa mercato non bisogna perdere tempo: l’unica cosa da fare e vendere e investire».
Il punto è sempre quello: con chi sostituire uno che ti fa 30 gol a stagione, anche senza considerare che Cavani non è un giocatore qualsiasi ma un’icona che assicura una eco internazionale imponendo il Napoli come uno dei club che hanno un ruolo importante in Europa e nel calcio mondiale. «Cavani insostituibile? Insomma… dipende dai giocatori che prendi – insiste Savoldi – Si deve sempre partire dagli obiettivi della società. Per puntare in alto, oltre a tenere Cavani, ci vogliono almeno tre giocatori perché non è che si gioca da soli. Però mi rendo conto che la società avrà promesso a Benitez alcuni acquisti, in questo caso non è assurdo pensare di vendere l’attaccante e investire. Il giudizio su Edinson, però, non cambia: è uno dei giocatori più importanti e bravi al mondo, le sue richieste economiche, per quanto riesce a offrire sotto aspetto tecnico, sono assolutamente fondate».
«Guardiamo al Barcellona – dice Vinicio – ha preso Neymar ma era seguito da tre anni, questa è una società che ha una vera organizzazione. Così bisogna fare, non si può improvvisare un acquisto così importante». «Edi gioca a menadito con i suoi compagni – la posizione di Damiani – cambiando tutto è più complicato, chiunque arriva deve adattarsi. E poi lui, Cavani, è straordinario. Rispetto a me? Meglio non fare confronti, lui è uno completo e riesce sempre a segnare».
I nomi per sostituire il Matador? Anche su questo punto le opinioni sono differenti. «Il Napoli segue Damiao – rilancia Altafini che ora segue proprio i giocatori brasiliani – è uno bravo, ma non cambia le partite. Invece vedo bene Dzeko, quello è un acquisto che consiglierei. Torres? Sì, sì, ma anche lui non è in grado di cambiare le partite. Però se il Chelsea lo offre davvero con 30 milioni per Cavani è un affare da non perdere». «Torres – inorridisce Vinicio – no, a me personalmente non piace». «E poi Torres guadagna 5 milioni – insiste Damiani – che senso ha? Meglio ritoccare il contratto di Cavani, che si trova così bene a Napoli. D’altra parte è così: io a Napoli ho vissuto il periodo più bello della mia vita sia come calciatore che come uomo». «Nomi per sostituire Cavani ce ne sono tanti – conclude Savoldi – il fatto è che a Napoli non si sa mai niente, ci sono tante chiacchiere ma la sostanza non si riesce a capirla mai».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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