Frattaminore. Da Zeman a Mazzarri, passando per la Nazionale. E poi i gol. A grappoli. E poi la notorietà. Tanta, per Lorenzo Insigne, da Frattamaggiore (come dicono gli allievi di Niccolò Carosio) che si è pure guadagnato l’appellativo di «Lorenzo il magnifico». Tutto in un anno. Il 2012. E alla faccia di quei jettatori dei Maya. I neuro scienziati hanno sentenziato che finte, dribbling e altre diavolerie dei figli prediletti della dea «Eupalla» sono patrimonio genetico e Lorenzo Insigne, si è concesso un altro ubriacante dribbling : il matrimonio nel giorno di san Silvestre. Una cosa che ha fatto rizzare i capelli ai guru dei «wedding planner» che mai si sognerebbero di mischiare pranzo di nozze con il cenone di Capodanno. Ma anche questa volta «Lorenzinho» ha visto giusto. Perché, nonostante la vigilia di Capodanno, il suo matrimonio si è rivelato ben presto un vero e proprio sposalizio. Come quelli di un tempo. Con gli sposi, che dopo il si, hanno accolto i centoventi invitati (famigliari e amici stretti) in un locale fuori porta.
Nelle campagne di Caivano, dove nei piatti e nei bicchieri c’è solo il biologico e la maestria dei due chef. E alle quattro del primaverile pomeriggio del trentuno dicembre, stretto nell’abito scuro, Lorenzo Insigne, circondato dall’invadente affetto di oltre mille e cinquecento persone accalcate da ore sotto il municipio di Frattaminore, è salito fino all’aula del consiglio comunale, addobbata con rose e orchidee bianche. Venti minuti di attesa per l’arrivo della sposa. Consumati con un po’ di tensione trai quattro “armadi” della sicurezza che per mole e statura, hanno davvero occultato l’attaccante del Napoli, e lo staff del sindaco. Poi tutto si è stemperato con l’arrivo della sposa. Radiosa. E ancora più bella, come lo sono le donne in dolce attesa. Vestita di bianco, spalle scoperte, scollo a cuore, attorniata da sorelle e amiche attente a sistemare ogni piega del vestito e ogni singolo capello della regina di questo giorno.
La cerimonia è filata liscia, con il sindaco di Frattaminore Enzo Caso, perfetto padrone di casa, che ha invitato Lorenzo Insigne, ad affacciarsi alla finestra per ricambiare l’affetto dei mille e cinquecento. Ormai sposi, anche davanti agli uomini, Lorenzo Insigne e la signora Genny (che sta per Genoveffa) Darone, hanno fatto rotta su Villa Ciprea (nome di una conchiglia del Mediterraneo, che i Fenici regalavano alle spose come talismano per la fertilità), una scommessa dei giovani proprietari. I due chef Antonio Pagano e Pasquale Crimaldi, hanno interpretato con successo, e applausi dei convitati, il classico cenone napoletano. Un merito, extracalcistico, va sicuramente dato a Lorenzo Insigne, figlio famoso di questa terra disastrata che lui non ha dimenticato nel giorno del suo matrimonio. «Lorenzinho» ha preteso e ottenuto che il tutto fosse opera di artigiani, fioristi, addobbatori e ristoratori di questa zona. Una boccata d’ossigeno e una insperata notorietà, che potrebbe far ripartire la comatosa economia. E allora ti rendi conto, che quel «Lorenzo il magnifico», vale anche fuori dallo stadio san Paolo.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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