Potenza del tifo per il Napoli. Quattro medaglie olimpiche campane: Diego Occhiuzzi, argento individuale e bronzo a squadre nella sciabola; Luigi Tarantino, bronzo a squadre nella sciabola, Vincenzo Mangiacapre, bronzo nel pugilato, Mauro Sarmiento, bronzo nel taekwondo che dicono all’unisono: «L’emozione di essere premiati al San Paolo è più forte di quella che abbiamo provato quando abbiamo vinto la medaglia a Londra». E di vittorie se ne intendono.
I premiati dal calcio Napoli dovevano essere sei ma Clemente Russo e Dante Boninfante hanno declinato per motivi personali e così ieri applauditi dagli oltre 32mila del San Paolo c’erano quattro moschettieri accanto a Gokhan Inler che ha consegnato altrettante maglie azzurre con i rispettivi cognomi ma senza numero. «Sulla mia voglio il 22 con il quale ho vinto la medaglia a Pechino ed il 10 della medaglia di Londra» scherza Sarmiento. Per il Napoli ha fatto di tutto: lasciato il ritiro la mattina della partita per tornarvi la sera dopo il match. «Dalla serie C alla Champions League sempre presente. Ed ora sarà la volta di Sofia». A gennaio nascerà la figlia di Sarmiento e Veronica Calabrese. «Avete dubbi sulla squadra per la quale tiferà»?
Da una medaglia all’altra quella di Diego Occhiuzzi. «Napoli-Cittadella? C’ero. Gli scudetti di Maradona? C’ero. Ero piccolo in tribuna con i miei. Appena ho avuto capacità di spesa in curva B con l’abbonamento. Dopo la vittoria di Londra gli Ultras mi hanno mandato un sms: Occhiuzzi uno di noi. È fantastico essere festeggiato nello stadio che ti ha visto spettatore».
Ad accompagnare l’argento olimpico Gaspare Lo Schiavo, napoletano, unico arbitro italiano di scherma alle Olimpiadi. Tutta la truppa partenopea della nazionale di sciabola conosce il suo ipad. In giro per il mondo è quello che tiene legate le vittorie degli azzurri ai risultati del Napoli. Memorabile il passaggio del turno di Europa League contro lo Steaua. Un boato nella sala scherma non era un italiano che vinceva piuttosto Cavani che segnava al San Paolo con i nostri collegati a migliaia di chilometri di distanza.
Assieme ad Occhiuzzi il fratello di una vita: Luigi Tarantino. «Un’emozione enorme – dice – non pensavo fosse così». Vincenzo Mangiacapre rimanda l’appuntamento con la medaglia a Rio: «A Londra è andata bene ma non come volevo. Ci rivediamo per festeggiare tra quattro anni».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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