NAPOLI – Le lacrime di Gonzalo sono lacrime napoletane: «E’ assurdo uscire così». Sono quelle dei napoletani, dei tifosi veri che lui stesso aveva emozionato con il gol della speranza, e raccontano l’appartenenza a una maglia e a un popolo. Sono la fame e la sete mai placate, e sono amare come probabilmente mai. Le lacrime solcano il viso di Gonzalo Higuain mentre lo stadio lo acclama e si mischiano al sudore, tantissimo, versato per la gloria e per la causa. Per un sogno infranto tra il San Paolo e il Velodrome, proprio quando ormai anche i più scettici cominciavano a crederci. Le lacrime del Pipita sono calde. E riscaldano il cuore di Napoli.
COMMOSSO – Piange Higuain. E copre il volto con la maglia gialla e con le mani, quando gli arbitri di Napoli e Marsiglia decretano la fine delle partite parallele e scrivono le sentenze, così da trovare un attimo di intimità in cui rifugiarsi. La gente lo capisce e, nonostante l’eliminazione e la ferita fresca, comincia ad applaudire la squadra e a invocare il suo nome. A gran voce. Una standing ovation, ma forse più un abbraccio, forte e intenso, perché dopo i fischi di sabato con il Parma, ieri il popolo azzurro non ha fatto altro che incitare ed applaudire i ragazzi di Benitez dal primo all’ultimo istante. E poi anche dopo. «Uscire così è incredibile. Assurdo. Non riesco a crederci. Con 12 punti». Ecco perché piange Gonzalo.
L’ABBRACCIO – Rafa, che in carriera ne ha viste di ogni tipo, compresa una Champions conquistata con un ribaltone storico (con il Milan), lo guarda e gli va incontro. Anche lui per abbracciarlo. Per consolarlo. Higuain, però, non si placa. Non ci sta. E va avanti anche negli spogliatoi: ci credeva, lo voleva, ci sperava. E sfoga tutta la sua rabbia: «In Champions, prima di oggi, non era ma accaduta una cosa del genere. Andiamo fuori ingiustamente, non meritavamo l’eliminazione: in altri gironi ci sono squadre che hanno vinto una sola partita e sono riuscite a qualificarsi, e noi che ne abbiamo vinte quattro non possiamo andiamo avanti». Il girone dei paradossi.
LA FIDUCIA – E allora, non ci resta che piangere. Anzi, no. Basta: è andata così, le congiunture sono state negative e ora restano l’Europa League e il campionato. «Sì, bisogna guardare avanti. E anche con una certa consapevolezza: dopo questa partita, io sono molto fiducioso. E lo sono perché con l’Arsenal si è visto quanto siamo forti e quanto in quest’occasione siamo stati superiori. Perché abbiamo battuto la prima in classifica della Premier». Dopo aver sofferto un po’ nelle ultime passerelle del campionato italiano: «Beh, forse in Europa ci esprimiamo meglio perché in Italia molte avversarie giocano con cinque difensori ed è più difficile trovare spazi».
RECORD AMARO – L’Uefa, intanto, pensa di indicarlo come Man of the match. Hombre del partido, migliore in campo: sacrosanto, dopo una notte da campione e da guerriero, senza risparmiare neanche una briciola. Superbo. Magra consolazione? Già, forse. Come poco lenitiva, ma di certo importante e prestigiosa, è anche l’analisi dei numeri: con il gol realizzato ieri, il quarto nella competizione, Higuain ha migliorato il precedente record personale in Champions (3 reti, griffato due volte con il Real). La quota complessiva stagionale, invece, è 11 graffi. «Sì, ma non riesco a credere che siamo usciti». Già.
Fonte: Il Corriere dello Sport
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