Non è ancora finita. A fine settembre, al massimo all’inizio di ottobre, comincerà il processo sportivo per i nuovi filoni, quelli delle Procure di Cremona, Genova e Napoli.
Il procuratore Stefano Palazzi, proveniente della magistratura militare e al vertice della struttura dal 2006, l’anno di Calciopoli, ha già ascoltato numerosi calciatori tirati in ballo per presunte combine negli scorsi campionati, in particolare per le partite della Lazio, del Genoa e del Bari. Negli uffici romani di via Po, a metà luglio, sono sfilati tra gli altri Bonucci, Ranocchia e Criscito, che era stato escluso dall’elenco dei convocati per gli Europei perché aveva ricevuto un avviso di garanzia relativo a un presunto accordo per la partita Lazio-Genoa del 2011. Il difensore dello Zenit San Pietroburgo si è sempre dichiarato estraneo, anche se ripreso con l’ex compagno Sculli e alcuni personaggi sospetti in un ristorante di Genova, e si è lamentato per non essere stato convocato dal commissario tecnico Prandelli, mentre Bonucci è regolarmente partito ed è stato utilizzato spesso dal tecnico durante gli Europei.
C’è anche un filone relativo all’indagine effettuata dalla Procura di Napoli, quello basato sulle dichiarazioni dell’ex portiere azzurro Gianello, che ha rivelato prima ai pm e poi a Palazzi di aver tentato una combine nell’ultima partita del campionato 2009-2010, persa dal Napoli, ormai già qualificato per l’Europa League, per 1-0 sul campo della Sampdoria. Gianello ha dichiarato di aver tentato un approccio con Cannavaro e Grava, respinto dai due difensori. Cannavaro e Grava hanno negato questa circostanza. Se Palazzi, che ha voluto ascoltare anche Mazzarri prima del ritiro precampionato, ha preso per buone le dichiarazioni di Gianello (che durante il procedimento sportivo patteggerà la pena, per dedicarsi al termine della squalifica all’attività di preparatore dei portieri), il Napoli rischia il deferimento per responsabilità oggettiva e i due giocatori per omessa denuncia. Assolutamente tranquillo si dichiara il legale del Napoli, Grassani.
Nell’interrogatorio di Massimo Erodiani di metà luglio è emerso anche il presidente della Lazio, Claudio Lotito, che secondo lo scommettitore, coinvolto nella prima inchiesta della Procura di Cremona, sarebbe stato al corrente di alcuni «movimenti» su partite dei biancocelesti. Lotito ha negato questa circostanza, minacciando querele.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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