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Le barricate tra il Napoli ed i media. Come si esce dal clima tossico?

Spunti di riflessione dalla splendida conferenza stampa di Mazzarri

L’Italia cambia. Napoli pure. Napoli è la più splendida Città della Campania ed una delle Meraviglie del Pianeta. E’ la Città dove si pratica, si disputa il campionato nazionale di Serie A, la Coppa Italia Professionisti e l’Europa League. Le altre sono Castellamare di Stabia, la sua Juve Stabia è in serie B, a seguire poi Avellino, Benevento, Sorrento, Nocera e Pagani. Quante volte ho ripetuto queste cose!

I ricordi di Krol, Clerici, Hamrin, Maradona e compagni nel ricordo indelebile dei conoscitori. Certo. Quelle vecchie faine non avrebbero commesso gli errori che domenica pomeriggio al San Paolo commise il Napoli di Walter Mazzarri, pur sempre così misurato e domenica insolitamente disinvolto! A tal punto di far apparire il Torino di Ventura come una grandissima compagine, Soprattutto in possesso di un gioco che in realtà non ha. Per uno strano caso fra i migliori del Torino sofferto dal Napoli un afragolese (Peppino Vives) ed un caivanese (Danilo D’Ambrosio), che non solo sono polmoni ma anche due che sanno giocare a calcio. Il Napoli può vincere, anche con gli elementi che ha a disposizione, deve però riportarsi verso gli schemi che le sono più congeniali e che sono quelli pur apprezzati nella prima parte della stagione ed anche del primo tempo dell’incontro con il Torino. Napoli cambia, dicevamo; farà bene a cambiare un tantino anche Walter Mazzarri, spostandosi verso una ricerca meno sommaria degli elementi migliori, guardando anche in quel modesto ma interessante vivaio creato, otto anni fa, da Peppino Santoro ed oggi affidato alle cure di Barresi. I tecnici sono padronissimi di poter muovere le pedine come ritengono, i presidenti però sono altrettanto padroni di imporre al tecnico la politica sportivo – sociale che viene ritenuta più giovevole agli interessi del sodalizio.

Domenica ho assistito ad una splendida anche se tesa conferenza stampa del Napoli. Al proscenio Walter Mazzarri. Talmente splendida da indurmi ad ascoltare attentissimo tutte le domande e tutte le risposte; da quella dei fischi fino alla mia, ripresa il giorno dopo dalla rosea, dove chiedo all’allenatore del Napoli la possibilità da parte dei giornalisti (del settore c) ad avere più possibilità di incontro con loro addetti ai lavori. Sedie numerose e non tutte occupate. Luigi si affretta a comunicarmi che De Laurentiis non c’è. Siamo in tanti. Alcuni di loro, quelli più conosciuti, s’incontrano, parlano, progettano.

Più di domandare informo Mazzarri; avevo seduti al mio fianco Peppe Santoro e Riccardo Bigon; le mie preoccupazioni: “Lei, mister, dice che non venite ascoltati dai media; penso che sia il contrario. E’ davvero difficile parlare con voi; nemmeno per elogiarvi. Desideravo fare i complimenti a Bigon dell’operazione Mesto. Io ne conosco la complessità. L’ho vissuta da vicino nei corridoi, al primo piano dell’Ata Hotel; oppure a lei per aver suggerito Behrami, secondo me il migliore incontrista in Italia. Lo faccio stasera. E, poi, mi preoccupa il suo vedere strumentalizzazioni. Parlate di più, con tutti”. Mazzarri, uomo dedito al lavoro e al campo, risponde che è solo questione di tempo. “Siamo sempre sul campo e lei lo sa, mi dice”.

E, continuo a pensare alle tante domande che avrei voluto fargli e che non so se riuscirò mai a fargli. Insigne sacrificato sull’altare del contropiede da realizzare. Ma un posticino per Insigne bisognerebbe sempre trovarlo! Un suo pensiero sull’articolo apparso su Repubblica, con la firma dell’autorevole collega Antonio Corbo, sul mercato estivo del Napoli;

Il clima tossico che si respira attorno al Napoli. Disordine e confusione alimentate per creare barricate tra Mazzarri e i media, tra Bigon e i media. “L’ira contro i media”. Una radio, un twitter, un sito web ed i grandi giornali, quei quotidiani, diciamo, storici. Su opinioni di calcio: tecnica, schieramento in campo, utilizzo dell’uno o dell’altro non certo permessi a costruire, fondi strutturali europei, lottizzazioni convenzionate bensì  calcio, sì il football: la palla che rotola, quella che va in una rete o in un’altra. Nemmeno gli interessi economici che girano attorno a una Spa che gestisce il calcio ma l’opinione di uno sport che è “bello proprio perché opinabile”. Il bisbiglìo nelle orecchie mentre Mazzarri rispondeva ai colleghi del Mattino o di Cronache di Napoli “accusando tizio di essere tifoso della Lazio, caio della Juve…..”.

Avrei voluto chiedere a Mazzarri o allo staff sanitario le condizioni atletiche di Pandev, il piedino di Insigne, lo stato di salute di Britos e quello di Maggio.

Guai a parlare del contratto dell’allenatore del Napoli; la mancata firma di Mazzarri, che resta fedele a chi fedele, in qualche caso, non si è mostrato.

Perfide, contorte ammissioni da parte di Glucar e Mario. Il primo in crisi di pensiero; il secondo, convintosi che il dissidente non sono io ma gli altri.

La dialettica del Napoli è misteriosa, dico misteriosa per non dire incomprensibile. Le manovre si avvolgono attorno a questa nostra società come rampicanti complicati e difficili.

Torniamo al calcio: flash su Behrami che resta, secondo me, l’uomo campionato, altro che Cavani ed Hamsik che il loro dovere, fino a quando reggono, lo fanno.

Le tre sconfitte (Juve, Dnipro e Bergamo) ed il pari con il Torino bruciano. E voi pure cari, vecchi, inguaribili napoletani. Avete perso anche voi, subendo i cori razzisti sia a Torino che a Bergamo. Il gol di Cavani contro il Torino è il vostro errore di sempre.

Ma De Laurentiis regge o no?

Alla prossima………….

 NANDO TROISE

 

 

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