La Societá Sportiva Calcio Napoli, piú semplicemente conosciuta come Napoli, è nata nel 1926 ed il suo tifo organizzato risale giá agli anni Sessanta. Questa squadra vanta all’incirca 4,6 milioni di tifosi in Italia, nonchè 35 milioni a livello internazionale e 120 milioni simpatizzanti. Non esiste un identikit del tifoso medio del Napoli; che siano semplicemente amanti del buon calcio, che siano tifosi sfegatati, che siano scommettitori che magari giocano anche nei migliori casino online con i loro bonus, o che siano semplicemente napoletani legati a qualsiasi cosa appartenga alla loro cittá, il Napoli è, in poche parole, “una squadra per tutti”. Vediamo oggi le 5 curiositá sul Napoli Calcio.
1) Lo stadio
Il Napoli fu una delle prime squadre di calcio italiane ad avere uno stadio di proprietá. Storicamente, il primo campo utilizzato fu lo Stadio Militare dell’Arenaccia, assegnato nel 1926. Il 23 febbraio 1930 fu poi inaugurato lo Stadio Vesuvio con una partita contro la Juventus, finita in pareggio. Questo impianto fu del tutto distrutto durante la seconda guerra mondiale a causa dei bombardamenti e la squadra venne cosí trasferita allo Stadio Arturo Collana del Vomero. Questo impianto era peró inadeguato per le necessitá del Napoli e cosí, il 6 dicembre 1959, venne inaugurato, nel quartiere Fuorigrotta, lo stadio San Paolo, sempre con una partita contro la Juventus, questa volta finita peró a favore dei partenopei.
2) Il Napoli e Maradona
L’acquisto dell’argentino Diego Armando Maradona dal Barcellona, ufficializzato il 30 giugno 1984, rappresenta probabilmente l’acquisto piú importante della storia del Napoli. Ma non è questo il fatto curioso. Il giocatore era infatti un vero e proprio personaggio e c’è un episodio in particolare, carino ed imbarazzante allo stesso tempo, che lo riguarda. Durante un ritiro a Soccavo, il giorno della partita e poco prima che questa iniziasse, Maradona non era presente e nessuno sapeva dove fosse. L’allenatore decise quindi di consegnare la formazione iniziale senza il nome di Maradona, ma improvvisamente, poco prima dell’inizio della partita, Maradona come se niente fosse si presentó, lasciando il mister basito. Chiaramente uno dei giocatori inseriti nella formazione ufficiale dovette lasciare il posto all’argentino.
3) Il “ciuccio”
Come mai il Napoli ha voluto adottare questo animale – spesso non proprio positivamente considerato – come stemma della squadra? In realtá, in origine si trattava di un cavallo rampante bianco racchiuso da un ovale celeste. Questo simbolo duró peró molto poco, solamente un anno, dal 1926 al 1927. L’origine del ciuccio si trova in una vicenda a dir poco singolare: in quegli anni, nel rione Luzzatti, si aggirava Domenico Ascione, che si guadagnava da vivere raccogliendo fichi, accompagnato dal suo fido asinello non proprio sano. Per questo un giorno, durante il primo campionato del Napoli in cui la squadra sembrava avere enormi difficoltá, un giornalista esclamó “Ato ca cavallo sfrenato, a me me pare ‘o ciuccio ‘e fichella”. Da questa affermazione, il 23 febbraio 1930, in occasione della partita Napoli contro Juventus, il ciuccio fece la sua prima apparizione ufficiale, per poi rimanere nella squadra.
4) Attila Sallustro
Questo giocatore ed allenatore paraguaiano è rimasto a lungo il calciatore – in Italia – ad aver segnato piú reti. Ma non è questa la notizia curiosa, ce n’è un’altra infatti molto piú divertente. La sua fama a Napoli fu davvero fenomenale, al punto che ricevette in regalo un’auto, una Balilla 521, con la quale disgraziatamente investí un passante. Invece che far causa al giocatore, il passante, riconoscendolo, si prese tutta la colpa e aggiunse addirittura “Voi potete fare tutto quello che volete”.
5) La prima radiocronaca
L’incontro tra Napoli e Lazio del 23 giugno 1929 fu la prima partita ad essere trasmessa come radiocronaca. Si trattava di una radiocronaca molto primitiva dato che consisteva nel lavoro di un giornalista, mandato dalla rivista il Mezzogiorno sportivo, che durante la partita telefonava continuamente alla redazione descrivendo le azioni dell’incontro. Il tutto veniva trascritto da un altro giornalista che inviava lo scritto a Felice Scandone, il quale leggeva ad una folla che si era radunata per seguire la partita – quasi – in diretta.
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