“Abbiamo due facce in questo momento: quella della difesa e quella dell’attacco”. Il tecnico della Lazio, Maurizio Sarri, arriva al big match di San Siro contro la capolista Inter senza certezze dopo il 3-3 con l’Empoli: “In attacco non siamo stati caparbi, ma abbiamo avuto qualità. Dietro stiamo facendo qualche errore di troppo, sia a livello individuale che di reparto – ha spiegato Sarri, che contro i nerazzurri vorrebbe – vedere una Lazio coraggiosa. L’Inter è forte, ha numeri straordinari e San Siro è uno stadio non semplice”, ha dichiarato in conferenza stampa.
A proposito dei problemi difensivi dei biancocelesti, la Lazio dovrà affrontare il miglior attacco del campionato senza Acerbi e per sostituirlo è ballottaggio: “Leiva il centrale lo potrebbe anche fare, mi sembra che al Liverpool ci abbia giocato quasi un anno – ha detto Sarri – L’ha fatto anche a Venezia in uno spezzone di partita. Radu nell’ultimo mese ci ha dato grandi segnali, quindi è giusto prenderlo in considerazione”.
L’infortunio del difensore numero 33 può cambiare i piani di mercato? “Non so che tipo lesione abbia, deve ancora fare gli esami, poi vediamo. Non parliamo tutti i giorni di mercato, dobbiamo stare sul pezzo per le partite noi. Altri pensano al mercato” ha detto il tecnico, che sul proprio rinnovo ha dichiarato: “Non so se il contratto sia arrivato, non telefono al mio avvocato prima della partita. Se arriva, si firma”.
Se Acerbi è out, Basic invece è recuperato: “Sta bene. Non aveva un problema muscolare, ma di dolore pubico. Ora sembra che non abbia dolore. Penso sia un giocatore papabile per giocare – ha detto Sarri, che poi ha tessuto le lodi di Zaccagni – Può diventare un giocatore chiave. Per due mesi è stato rallentato da infortuni, ora è in condizione fisica e mentale ottima. Lascia la sensazione che ha ancora margini di miglioramento”.
Infine un commento sulla situazione Covid e lo spettro porte chiuse: “Riguarda la vita di tutti, non solo lo sport. Se questa pandemia è pericolosa ci dovrebbe essere un lockdown totale, altrimenti si declassa a influenza e si sta a casa con la febbre. Spero solo che non si arrivi allo stadio chiuso: fa passare la voglia di andare in campo anche a chi ha una passione feroce come la ho io”.
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