In diretta su Radio Punto Nuovo, Ivo Pulcini, responsabile sanitario della Lazio, ha parlato così delle condizioni di Sergej Mlinkovic-Savic: “Sta alla grande, l’ho visto stamattina. Voi giornalisti meritate degli applausi, ma qualcuno a volte scrive qualcosa di troppo. L’umore dei giocatori è talmente alto che si nascondono anche problemi di piccoli traumi di sovraccarico che possono esserci in questo periodo. Con uno staff medico come il nostro, Milinkovic ce la farà per l’inizio del campionato (ride, ndr)”.
Protocollo: “Non scommetto mai, perché perdo sempre, ma questo trappolone andrà tolto. Mi fido del buon senso del CTS, è vero che è tutto in funzione di chi governa, ma sarà una scelta obbligata e naturale. Come dal 3 è stata tolta la quarantena da chi viene, ad esempio, dall’Inghilterra, non possono aspettare 15 giorni per riprendere. Ad inizio campionato, sarà annullato, altrimenti sarà ridicolo. Sono convinto che non perderò questa scommessa. Algoritmo? Spero giudichi il campo, che vinca il migliore ed io so chi è. Nello sport devono prevalere l’etica sportiva, il bel gioco. Pensare ad altre soluzioni, playoff, playout, algoritmi, non fanno parte della mia mentalità sportiva. Vittorie a tavolino non danno gioie a nessuno, sono tutti entusiasti adesso, fossi in Inzaghi non saprei chi scegliere da mettere in campo”.
Riportare gente allo stadio: “Sono ottimista. Qualcuno ha detto che clinicamente il virus è morto, quindi non darà più fastidio a nessuno. Qualora dovesse trovare un ospite debole, sappiamo anche come trattarlo. Perché la quarantena no? Noi medici abbiamo l’obbligo di rispettare la legge, ma anche il giuramento di Ippocrate. Il codice deontologico non sempre coincide con la legge, esso si rivolge al benessere, alla salute, non tenendo conto della politica. Non posso obbligare un paziente ad essere curato contro la sua volontà, è un crimine. Ancor meno posso considerare malata una persona sana, l’ordine dei medici potrebbe richiamarmi perché terrei in quarantena una persona sana. Io curo questa squadra perché ha fiducia in me, trattandomi come un fratello, io non metto in quarantena un falso positivo. Nel Lazio bisogna andare nelle strutture pubbliche ed essere sintomatici per fare verifiche, quindi mi sto rivolgendo a strutture private e per contestare un falso positivo possono passare molti giorni. Potrebbero perdonarmi, agire legalmente, ma come conflitto interiore, mi sento male. Se non si cambia la questione della quarantena, il campionato difficilmente terminerà. Conosciamo il virus, sappiamo come trattarlo, non è più uno sconosciuto. Lotito? Sono 15 anni che sto con lui, non ha mai fatto rispondere la segretaria, deve sempre tenere tutto sotto controllo. Ha una memoria d’acciaio. Servizio Le Iene? È un uomo che si fa scivolare addosso qualsiasi cosa. Quando allo stadio veniva contestato dai tifosi, aveva una calma olimpica”.
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