ROMA – Nessuno avrebbe scommesso un cent su di lui, a inizio campionato. Era stato chiamato per coprire, all’ultimo minuto, il vuoto tecnico creato dalle bizze di Bielsa, il “loco”. E così è arrivato Simone Inzaghi, che tutto è tranne che “loco”. E’ una persona equilibrata, gentile, saggia. Corre per il campo quando i suoi giocatori corrono e ha dato alla Lazio un gioco, un’anima, una grinta che non si vedevano da tempo. Bisogna fidarsi della scuola degli allenatori italiani. Sono i migliori del mondo. Se ne sono accorti in Inghilterra, dove hanno smesso di gridare dagli spalti di Leicester “Claudio Claudio” per cominciare, da quelli del Chelsea, a urlare “Antonio, Antonio”. Loro lo vedono, noi facciamo fatica ad apprezzarli. Inzaghi non deve essere osannato solo per la vittoria di martedì. Ma perché è riuscito a riportare la passione in casa Lazio, a riempire nuovamente lo stadio, a far gioire i tifosi, finalmente liberi dalle barriere e responsabilizzati. E poi per aver fatto esordire tanti giovani. Viene dalla squadra Primavera, Inzaghi. E forse, con i suoi ragazzi, sta costruendo la nuova primavera della Lazio.
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Se batte il Napoli è immaginabile l’obiettivo Champions?
«Confrontando i budget non ci dovrebbe essere partita. Però abbiamo dimostrato che possiamo giocarcela contro tutti. E’ normale che quelle davanti a noi sono delle corazzate costruite per fare la Champions. Ma in questo campionato basta una partita vinta o persa, un passo falso e tutto si può riaprire. Noi dobbiamo ragionare partita per partita: se ci metteremo la testa, il fisico, l’intelligenza e la determinazione nulla deve essere considerato impossibile».
C’è un giocatore che le piacerebbe avere di altre squadre italiane o straniere?
«Ce ne sono tanti. A me personalmente piace tanto Hamsik del Napoli. E’ un giocatore completo, forse, in questo, il migliore che ci sia in Italia».
Chi sono i giovani italiani più forti?
«Berardi, Bernardeschi sono bravissimi , sono pronti a giocare in qualsiasi squadra. Io penso che in prospettiva anche il nostro Murgia sia destinato a diventare un giocatore fondamentale. Ha dimostrato martedì di saper entrare venti minuti in un derby con grandissima personalità. Io lo sto gestendo nel migliore dei modi, davanti a lui ha giocatori importanti, ma se continua a lavorare con questa testa da atleta, come sta facendo, secondo me potrà dare grandissime soddisfazioni».
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Pippo come vive questa sua esperienza? Anche lui sta facendo benissimo al Venezia…
«Abbiamo sempre un grandissimo rapporto. E’ contento per me. Ma il più bravo secondo me tra i due è stato lui, perché dopo venticinque anni di professionismo tra Milan e Juventus, non so se un’altra persona avrebbe avuto l’umiltà di mettersi in gioco andando ad allenare in Lega Pro. Fermo restando che lui al Milan ha fatto quello che doveva fare e con la squadra che gli avevano dato secondo me ha fatto il massimo. E poi abbiamo visto che tutti gli allenatori prima e dopo non sono riusciti a fare meglio . Lui aveva fatto il suo percorso, aveva un altro anno di contratto, non è stato confermato e l’anno scorso è rimasto a guardare, a studiare. Quest’anno ha avuto una grande umiltà e un grande coraggio a rimettersi in gioco andando in Lega Pro. I fatti gli hanno dato ragione perché sta facendo un’impresa a portare, tocchiamo ferro perché mancano cinque partite dalla fine, di nuovo il Venezia in serie B».
Fonte: Corrieredellosport.it
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