Dopo il suo compagno di reparto in difesa Patric, anche Acerbi questa mattina è intervenuto in diretta su Lazio Style Radio. Il tema della discussione, la decisione del governo di impedire ai giocatori di Serie A di allenarsi – con il massimo rispetto delle regole – nei rispettivi centri sportivi:
Cosa avete pensato in questi due giorni dopo la conferenza del Premier Conte e le dichiarazioni del Ministro dello Sport Spadafora?
“Io sono un calciatore e cerco di fare bene il mio mestiere. Non voglio fare polemica, ma c’è qualcosa che non quadra e penso di parlare a nome di tutti i giocatori. La corsa nei centri sportivi, con tanti campi, è più sicura a quella fatta in un parco pubblico, dove la distanza può non essere rispettata. Da quello che sento, è una cosa non chiara un po’ a tutti visto che si parla del tema sicurezza. Per quanto è grande Formello noi rischiamo anche di non vederci con gli altri compagni: per noi è importante allenarsi in campo con gli scarpini. Abbiamo sempre rispettato le norme, ma ora sono perplesso: non ha senso aprire i parchi e non permetterci di andare al campo”.
Le risposte del governo?
“Siamo abituati a muoverci, è la nostra passione e il nostro lavoro. Lavoriamo sempre in un certo modo, abbiamo bisogno di adrenalina per raggiungere gli obiettivi. Adesso che ci sarebbe la possibilità di andare nei centri sportivi, rispettando il decreto, non si può. Non è per creare polemica, è perché vorremmo capire perché correre nei parchi va bene e nei campi no. Se ci danno una motivazione adeguata, la accettiamo, ma il governo non ci ha neanche risposto. Non stiamo dicendo di fare le partitelle, ma solo di correre sul verde dei campi”.
Le modalità di allenamento:
“Abbiamo la fortuna di avere una struttura come quella di Formello. Ci sono 9-10 ore di luce da sfruttare durante il giorno, se ci dividono sui tanti campi non si incontrano neanche i compagni. Si fa un’oretta di corsa, senza palla e in piena sicurezza, prima di tornare a casa: perché non si può? Vorremmo delle risposte per fare al meglio il nostro lavoro, mi sembra è una richiesta legittima”.
Il sistema calcio ha un valore sociale ed è una delle più grandi industrie del paese, su cui si reggono altri sport individuali…
“Il calcio è lo sport più amato ed è un’industria. È normale che ci sia più voglia di riprendere, è fondamentale per l’economia nazionale. Vogliamo ricominciare nel modo giusto, rispettando anche le persone scomparse e chi ha perso il lavoro e non arriva a fine mese. Diventa dura riprendere la Serie A se non ci possiamo allenare individualmente il 4 maggio, perché si passerebbe al 18 e ci sarebbe poco tempo per finire il campionato. Adesso non stiamo staccando, dobbiamo farci trovare pronti: non siamo in vacanza, quindi servirà del tempo anche prima di cominciare la prossima stagione”.
Un messaggio per le persone che si ammalano:
“Bisogna tenere duro, nella vita ci sono sempre due strade: una è quella giusta e l’altra è quella sbagliata. La prima fa più paura all’inizio, perché ci sono degli ostacoli, ma se li superi diventa tutto più bello. Serve forza d’animo per oltrepassare le paure e prendere la direzione giusta non arrendendosi”.
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