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Lavezzi, voglia di Milan

Ai rossoneri nell’ottobre 2010 segnò il suo gol più bello: era a terra e fece un pallonetto

Tanta voglia di Milan, il Pocho la cova dentro esattamente da un anno. Sì, un anno fa al «Meazza» si giocava la sfida scudetto Milan-Napoli, fine febbraio. Lavezzi restò a guardare e gli azzurri persero 3-0. Tutta colpa della squalifica per la prova tv, tutta colpa degli sputi con Rosi durante Roma-Napoli. Il club azzurro provò in tutti i modi a riavere l’argentino in tempo utile dopo la decisione del giudice sportivo, tre turni di stop. Nulla da fare, dalla Disciplinare arrivò lo sconto di una sola giornata e Lavezzi, dopo il match con il Brescia al San Paolo, fu costretto a saltare anche la supersfida del «Meazza».
Stavolta ce l’ha fatta giusto in tempo. In diffida, ha preso un’ammonizione a Genova (spallata a Mesto all’altezza della panchina rossoblù) e ha saltato la partita contro il Cesena al San Paolo. Giusto in tempo, quindi. Un eventuale giallo contro i romagnoli gli avrebbe fatto saltare il match più atteso, quello contro i rossoneri.
Tanta voglia di Milan e tanta voglia di segnare il primo gol ai rossoneri al «Meazza». L’unica rete al Milan l’ha realizzata al San Paolo, quella dell’1-2, una rete spettacolare che riaccese la speranza la stagione scorsa, era l’ottobre 2009, uno dei suol gol più belli in maglia azzurra, insieme a quello realizzato in questo campionato all’Udinese. Niente gol ma sempre ottime prestazioni a Milano, sia contro Milan che contro l’Inter, squadra alla quale ha segnato due gol al «Meazza», belli anche se ininfluenti perchè gli azzurri persero 2-1 e 3-1.
Torna il Pocho e si rianima tutto il Napoli, una presenza fondamentale quella dell’argentino: il Pocho dà la carica, punta le difese avversarie, gioca senza paura contro chiunque. Messo ko da un infortunio muscolare contro la Roma è stato costretto a fermarsi un mese, il rientro a Siena: partì dalla panchina e fu mandato in campo nella ripresa. E il suo contributo fu subito importante, si guadagnò il rigore, poi fallito da Cavani. In campo anche contro l’Inter in coppa Italia (fu sostituito e metà ripresa da Pandev) e a Genova, dove diede la spinta per l’assalto finale con il secondo gol azzurro.
Lavezzi ha sofferto in tribuna contro il Cesena, si è arrabbiato per il gol annullato a Pandev, il palo di Cavani e le parate da Antonioli. La rabbia da trasformare in energia positiva, in carica agonistica da trasferire in campo contro il Milan. Il Pocho c’è, gli appuntamenti importanti non li fallisce mai, una presenza rassicurante per i compagni, un problema per gli avversari. Uomo assist anche in questa stagione, quattro i passaggi vincenti per i compagni (come Maggio), quattro anche le reti segnate: due al San Paolo e due in trasferta (l’ultima domenica scorsa al «Ferraris» contro il Genoa).
Il Pocho prova a riscaldare il Napoli a meno 14 dal Milan, l’anno scorso allo scontro diretto era secondo a tre punti di distanza. Però l’anno scorso non c’era la Champions, vetrina internazionale che ha visto proprio il Pocho tra i grandi protagonisti. Lavezzi, osservato speciale a Milano: piace da morire all’Inter e a Moratti. Non è da escludere che a giugno il club nerazzurro possa sferrare un nuovo assalto per il nazionale argentino. Già nazionale argentino, un’altra bella sfida sarà proprio quella contro il difensore brasiliano del Milan, Thiago Silva, un colosso, tra i migliori per rendimento in campionato e Champions. Una delle possibili chiavi del match sarà proprio il duello tra la stella argentina e quella brasiliana. L’anima del Napoli, questo è il Pocho, il più amato dai tifosi. Ora nella sua testa c’è solo la sfida al Milan, poi penserà alla coppa Italia contro il Siena e più avanti alla supersfida di Champions contro il Chelsea. Febbraio un mese decisivo per il Napoli e adesso più che mai c’è bisogno del miglior Lavezzi. Primo obiettivo, l’assalto ai campioni d’Italia, il Pocho protagonista nella sfida che l’anno scorso valeva lo scudetto e che lui fu costretto a vivere da spettatore. Domani ci sarà e vuole lasciare il segno.

 

Fonte: Il Mattino

 

La Redazione

P.S.

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