Cade e si rialza, rotola e poi si scatta: un omino di gomma, sottoposto a carinerie di ogni genere. A volte, sembra un pupazzo, preso a spallate; e a volte, un bersaglio. E’ la dura vita di Ezequiel Lavezzi, un gentiluomo che subisce di tutto e non reagisce (quasi) mai, tranne un anno fa, all’Olimpico, quando allo sputo di Rosi rispose con altro sputo: tre giornate e niente Milan. Però, in quattro anni e passa, ne ha ricevute di dediche: l’hanno frenato, non l’hanno fermato. Prima stagione: trentacinque gare su trentotto; poi, per due campionati, trenta su trenotto; e, l’anno scorso, trentuno su trentotto. Gli tocca, ahilui, esser vittima di entrate, oppure litigare con i muscoli, che ricevono sollecitazioni continue. Stavolta, quattordici partite su diciotto: ne ha saltate quattro, una a Verona, e poi di seguito con Genoa, Palermo e Bologna. E’ in perfetta media e sta per rientrare a Siena, dove nel 2007 non ha giocato, nel 2008 non ha giocato e nel 2009 è partito dalla panchina, perché reduce da infortunio.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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